Kitzbuehel«Ho vinto quasi per c
». Ti gela e fa i conti "ragionier Devil", al suo primo sigillo che ha atteso una vita da quando il babbo scelse per lui sci da discesa e non da fondo, nonostante la Marcialonga passi vicino a casa. «Correggo il tiro: bene nella seconda manche, nella prima ho tirato il freno sul dosso finale». Non si fa sconti nemmeno oggi Cristian Deville, lui che sa soffrire e aspettare: «La mia prima vittoria non me l'aspettavo così: a Kitz, davanti a dei mostri sacri e con un distacco abissale». E invece la Nike alata ti chiama accanto alla Streif e come viatico alla leggenda ti regala anche una cabinovia nella storia: «Mi farò un giro questa estate: il mio nome accanto a quello di Klammer, e primo italiano 17 anni dopo Tomba...».
Deville non si scompone nemmeno al pensiero di un bottino di 70mila euro : «Ok, ma quanti ne vorrà Monti?», ribatte lui. Il vero premio allora qual è? «Sapere che nessuno mi ha mai regalato nulla». Già, come non ricordare l'esclusione ai Giochi di Torino quando era un buon gregario di Giorgio Rocca: «C'era una regola e l'applicarono alla lettera, in compenso mi portarono a Vancouver dove ero reduce da un infortunio». Poi il vento è cambiato: è arrivato Jacques Theolier e Deville è sempre fra i primi e quest'anno dopo due podi ecco la vittoria. Perché? «Non ho più la fidanzata e ho un altro casco. Dite che sarà questo?».
Laconico Deville, non quando si tratta, però, di schierarsi nella polemica di giornata sulle inforcate di Marcel Hirscher, quelle vere a Kitz dove è stato squalificato, e quelle presunte a Zagabria. Il suo team ha confermato l'errore coinvolgendo anche il tedesco Neureuther. Ora la Croazia, che intravede la possibilità di scardinare il podio e di issare vincitore in casa Ivica Kostelic, sta per fare ricorso, forse tardivo. Deville, quarto a Zagabria potrebbe salire pure sul podio, ma non ha dubbi: «A me le inforcate lasciano segni pesanti - ricorda la botta di questa estate in Argentina - : sarò ingenuo ma credo alla buona fede di Hirscher quando mi dice che si "aggancia" spesso con gli scarponi e non capisce se inforca». L'Italia non si unirà al ricorso della Croazia seguendo la linea "in dubio pro reo".
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