A2A Caso Capra, il Tribunale decide domani

Ancora due giorni di attesa per capire se l’era-Capra nella gestione A2A può dirsi definitivamente finita. Il giudice del tribunale di Brescia, Lucia Cannella, ha deciso di prendersi tutto il tempo disponibile e depositare appena prima della assemblea convocata per le 10 di domani la sua decisione sul ricorso presentato ieri dai Comuni di Milano e Brescia contro il presidente del Consiglio di sorveglianza Renzo Capra (nella foto). Solo allora si saprà se sarà possibile votare i due punti all’ordine del giorno dell’assemblea, la destinazione dell’utile di esercizio e il rinnovo del Cds.
Intanto la Consob accende un faro su A2A. La Commissione guidata da Lamberto Cardia ha chiesto al consiglio di sorveglianza della società chiarimenti su quanto successo in assemblea venerdì scorso, quando il presidente Renzo Capra - che ha convocato per oggi una riunione straordinaria del Cds - ha prima sospeso il diritto di voto dei Comuni di Brescia e Milano e poi ha rinviato l’assemblea a mercoledì prossimo, motivando la decisione con il mancato rispetto delle norme sulla pubblicità da dare ai patti parasociali. Un cavillo che ha trasformato l’assemblea in una vera e propria sfida dell’ottantenne ingegnere bresciano contro i due Comuni, e poi in una battaglia legale. Ieri, infatti, gli avvocati dei due Comuni hanno depositato un ricorso presso il tribunale di Brescia chiedendo la procedura d’urgenza come previsto dall’articolo 700 del codice di procedura civile e ottenere il reintegro nei diritti di voto. Se il giudice accogliesse il ricorso, i due Comuni potrebbero tornare a votare in assemblea: in caso contrario dovrebbero depositare la modifica dei patti parasociali al registro delle imprese di Brescia, cosa che finora non è stata fatta, proprio perché significherebbe riconoscere l’errore e dare ragione al dimissionato Capra.

E dire che già venerdì per la multiutility lombarda era tutto pronto per il varo dei nuovi vertici: se tutto fosse andato come nei piani dei due azionisti, si sarebbe dovuto già insediare il nuovo Cds sotto la presidenza di Graziano Tarantini.

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