A.A.A. Cercasi un po' di realtà nell'informazione

La verità non conta niente. La vera tragedia dell'informazione è questa 

A.A.A. Cercasi un po' di realtà nell'informazione

La verità non conta niente. La vera tra­gedia dell’informazione è questa, ri­spondo a Luca dopo un dibattito sul te­ma con Gad Lerner a Lugano. Dico l’in­formazione ma vale anche altrove, dalla politica alla vita. Però l’informazione è la casa dei fatti, è la vetrina della realtà. E invece. Se sparano a un ragazzo di destra il coro della stampa minimizza dicendo: se l’è cercata, è una faida interna; questo potrebbe dirsi con crudele verità per il fiancheggiatore di Hamas ucciso, ma guai a dirlo. Se chiamano tiranno Berlu­sconi è un diritto, se chiamano brigatisti i giudici è un delitto. Se fanno campagne su di lui è giornalismo d’inchiesta, se le fanno su Fini è macchina del fango.

Se preferisci i concittadini agli immigrati sei razzista, se dici che chi non la pensa come te sono gli italiani peggiori, sei illu­minato. Se Eco o Moretti fanno aborti, Galimberti o Augias plagiano, Benigni o Saviano dicono banalità, sono portati in trionfo; invece è condannato a morte ci­vile chi pensa diversamente, tra silenzio e disprezzo; e se protesta è accusato dai Lerner, ma anche dai Battista, di «vittimi­smo narcisistico ». Crepa, e non ti lamen­tare. Non conta ciò che è vero e ciò che è fal­so, ciò che è giusto o ingiusto. Non conta­no i meriti e i fatti, non conta il valore o la capacità. Conta da che parte stai, con chi stai, a chi puoi nuocere o giovare. Conta­no le collocazioni, le appartenenze. Eroi di cartapesta vengono innalzati sugli al­tari. C’è chi passa per morto già da vivo e chi passa per vivo pur non essendo mai nato. Non c’è rapporto tra persone, fatti e verità. Certo, la stampa non è la Verità (Pravda), ma se non ha passione di verità degrada.

Non si tratta dei fatti superati dalle opinioni, anzi sopraffatti; peggio, si tratta della scomparsa della realtà, più l’incapacità di distinguere tra valori e di­svalori. Disonestà intellettuale.

Si rove­scia la realtà e il suo giudizio: atti d’odio passano per atti d’amore e viceversa, schiavitù passano per libertà e viceversa, menzogne passano per etica e viceversa. Non c’è corrispondenza tra parole e co­se, tra la vita e la sua rappresentazione. Omicidi col silenziatore. I delitti dell'in­formazione.

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