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AAA presidente cercasi per gli allevatori di trotto

Data la gravità della situazione ritornerei sul problema aperto con le dimissioni del consiglio Anact (Associazione nazionale allevatori cavallo trottatore). Le nuove elezioni per la nomina del nuovo presidente sono state fissate per il primo dicembre prossimo. Pare accertata la volontà del presidente dimissionato (non dimissionario), di non ripresentarsi.
Da una indagine esperita dai consiglieri che hanno determinato la caduta del consiglio, su un personaggio che potesse rappresentare un presidente di garanzia da proporre alle prossime elezioni, per il momento non ha dato esito favorevole. Il problema di fondo dell’associazione in questo delicatissimo momento è quello di ristabilire un equilibrio al vertice dell’associazione con un personaggio che, nella tradizione della lunga vita dell’Anact riportasse la barra al centro. Mi spiego meglio: con il riportare la barra al centro intendo dire che, dopo l’ultima esperienza vissuta con un epilogo così traumatico c’è assoluto bisogno di un personaggio che non rivesta la doppia figura di allevatore e stalloniere. Tutto ciò a prescindere dalle insanabili incomprensioni fra il presidente «dimissionato» e la maggioranza del consiglio.
Mai, nella ultra decennale storia dell’associazione si era avuta l’anomalia di un presidente che non fosse espressione di allevatore puro. Questo sottile (non tanto), distinguo mi ricorda la diatriba a suo tempo sulla figura di un editore puro che non poteva e non doveva essere espressione di altri interessi nella proprietà di un quotidiano e credo avesse una sua ragione di essere, al fine di garantire una informazione la più libera e indipendente possibile.
Nel nostro caso non si tratta di informazione, ma di politica ippica e di scelte che possano rappresentare la migliore sintesi possibile tra i piccoli allevatori ed i cosiddetti «grandi», che nella maggioranza dei casi sono anche portatori di forti interessi stallonieri, utili e necessari naturalmente, ma a volte in palese conflitto di interessi con la massa dei rappresentati dall’Associazione.
Anche se, in questi ultimi anni, con il pesante ingresso della politica in seno all’Unire, il peso politico dell’Anact si è fortemente ridotto, a maggior ragione abbiamo necessità di una presidenza autorevole e credibile.
Per fare un esempio che ci riguarda da molto vicino, anzi addirittura da dentro: si legge sul giornale tecnico il seguente annuncio pubblicitario: «Tutte le scommesse che vuoi su tutti gli sport». Non è un annuncio che ci può lasciare indifferenti quando di seguito si legge: all’Ippodromo x y z, aperto tutti i giorni.
Non vi è dubbio che una associazione autorevole e ben condotta non può non intervenire pacatamente ma con decisione, su un fatto che snatura totalmente la natura e la filosofia operativa degli ippodromi, strutture che l’ippica, cioè tutti noi, ha contribuito a creare, sviluppare e mantenere tuttora.


Non possiamo assistere passivamente al suicidio volontario dell’ippica senza fare sentire la nostra voce.
*consigliere dell’Anact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)

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