A.A.A. su piazza le lucciole online

Scoperte dieci case d’appuntamento tra i Parioli, San Giovanni e Centocelle

Alessia Marani

«Favolosa, irresistibile, pronta per essere tua»; «Bella e discreta per momenti imperdibili». Testi allettanti di annunci hard pubblicati su quotidiani, riviste specializzate e siti internet, tutti riconducibili a una rete di case d’appuntamento gestita da donne sudamericane a Roma con la complicità di italiani. Smantellate dalla Squadra mobile capitolina una decina di garçonnière tra il centro e la periferia. I blitz sono scattati nella tarda serata di venerdì e hanno portato all’arresto delle tre tenutarie, alla denuncia di 6 persone e all’identificazione di una trentina di giovani straniere, tra i 20 e i 25 anni, di nazionalità romena, colombiana, ecuadoregna e di una cinese. Un giro d’affari da un milione di euro al mese. Tariffe da 100 a 400 euro per prestazione, di cui il 30 per cento finiva nelle «casse» delle maîtresse, due sorelle originarie dell’Ecuador, Alvina Elisabeth e Jolanda Paulina Cercado Alvarado, rispettivamente di 24 e 28 anni, e Lucy Esteva Gracia Santiago, 46enne colombiana, ora in carcere per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. «Ci siamo resi conto - spiega Albero Intini, a capo della Mobile - che numerose utenze telefoniche a cui rispondevano le ragazze, spesso, erano le stesse tra di loro e apparivano costantemente su più pubblicazioni. Il che ci ha fatto pensare a un business tutt’altro che improvvisato». Di fatti, i «segugi» della seconda sezione si mettono sulle tracce delle provocanti inserzioniste e presto scoprono le loro «basi operative». Nient’altro che appartamenti dotati d’ogni comfort, sufficientemente discreti, adatti soprattutto ad accogliere clienti di un certo livello, professionisti e imprenditori disposti a sborsare cifre non inferiori ai due zero. Nelle case disseminate tra San Giovanni e i Parioli (via Faleria, via Grosseto, via Parioli e via Pesci), la Tiburtina e Centocelle, gli uomini della dottoressa Giovanna Petrocca scovano una montagna di documenti: intestazioni di utenze telefoniche, bollette, ricevute d’affitto, nonché i moduli prestampati da fare compilare alle aspiranti lucciole che i tre italiani dietro una ricompensa ad hoc si preoccupavano di fare pubblicare online e sulla carta stampata.
Indagini proseguono per accertare i canali di provenienza delle donne da sfruttare.

Per cinque di loro, che hanno deciso di collaborare, sono già state avviate le pratiche per l’inserimento nel programma di protezione, per gran parte delle altre sono stati emessi i provvedimenti d’espulsione. Da verificare, invece, la posizione di altre tre sudamericane, per ora iscritte nel registro degli indagati.

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