Paolo Scotti
da Roma
Sembra un destino. Non si fa in tempo ad archiviare una polemicuccia sul contrasto tra fiction «nordista» e «sudista», che ecco arrivare un altro film-tv fatto apposta per rinfocolarla. Fortuna che stavolta a mettere daccordo tutti, pubblico del meridione come del settentrione dItalia, cè un attore che piace a ogni latitudine, e che incarna proprio leterno contrasto regionalistico del Bel paese. «Ho esordito nel cinema interpretando un terrunciello che, emigrato dal Sud, cercava in tutti i modi di farsi accettare da quelli del Nord - sorride Diego Abatantuono - e oggi debutto nella fiction con un ex terrunciello che nel frattempo a Milano ha studiato, si è inserito, ha fatto addirittura carriera, e dopo molti anni, cioè dopo essersi settentrionalizzato al punto da abbracciare gli stessi pregiudizi antisudisti che perseguitavano lui, deve tornare per lavoro proprio al Sud».
È Il giudice Mastrangelo lex «terrunciello» con cui il popolare attore dei film di Avati e Salvatores debutta (se si eccettuano un paio di film-tv di circa ventanni fa) in un personaggio televisivo. E con lui Canale 5, da lunedì e martedì prossimi e poi per altri quattro lunedì, cerca il rilancio dopo i passi falsi delle ultime fiction targate Mediaset. «Ho esitato tanto a esordire in tv perché temevo che fosse troppo lontana dal cinema. In realtà non è poi così diversa: e attorno mi sono trovato colleghi e amici come Enrico Oldoini, il regista, o attori come Amanda Sandrelli e Antonio Catania, che mi hanno fatto sentire a casa». Se a questo aggiungete che Il giudice Mastrangelo è stato scritto da Graziano Diana, Salvatore Basile e Giancarlo De Cataldo sulle misure del voluminoso ma caldo interprete meneghino-pugliese, capirete perché (come dichiara il responsabile della fiction di rete, Pincelli) «Mediaset crede molto in questo prodotto. Che ha dalla sua almeno tre punti di forza. Abatantuono, innanzitutto. Quindi lunione del giallo con la commedia. E unambientazione unica, televisivamente inconsueta, come quella della magnifica Puglia».
Dopo molti anni passati a Milano come procuratore aggiunto, dunque, il nostro magistrato viene rispedito alla natia Lecce; tuttaltro che entusiasta, e nel frattempo contagiato dal virus del razzismo «antisudista», il giudice ritrova amici, nemici e parenti, deve fare i conti col proprio passato, e solo grazie allamicizia del fidato autista (interpretato da Catania) e allamore della commissaria di polizia giudiziaria Federica (cioè la Sandrelli) comincerà a rivedere i propri pregiudizi. «È un personaggio in cui mi riconosco. Anche lui preferirebbe mille volte andarsene a pesca, piuttosto che doversi occupare di morti ammazzati. Anche lui è un pigro che, però, costretto a lavorare, si getta nei suoi compiti per cercare di svolgerli nel miglior modo possibile».
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