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Auto, picconata al diktat elettrico Ue

Effetto "maggioranza Giorgia", salta lo stop ai motori endotermici previsto al 2035

Auto, picconata al diktat elettrico Ue
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Grazie al pressing della cosiddetta maggioranza "Giorgia" tra i conservatori di Ecr e il Partito popolare europeo, la Commissione Ue ha redatto il pacchetto di proposte "allo scopo di sostenere gli sforzi del settore automotive verso una mobilità pulita", spiega la nota di Bruxelles. L'elettrificazione resta al centro della strategia, anche se viene meno l'imposizione della vendita di soli veicoli a batteria dal 2035. Ai produttori è concessa una maggiore flessibilità per raggiungere gli obiettivi di Co2. Inoltre, sono previsti sostegni per i veicoli e le batterie made in Europe (1,8 miliardi per accelerare lo sviluppo di queste ultime). Dal 2035 in avanti le case automobilistiche dovranno rispettare una riduzione del 90% delle emissioni allo scarico, mentre il restante 10% dovrà essere compensato attraverso l'uso di tecnologie a base di acciaio green prodotto nell'Ue o da biocarburanti e carburanti sintetici. Ecco, allora, che i veicoli ibridi plug-in, quelli dotati di autonomia estesa, gli ibridi e con motore a benzina o Diesel continueranno a svolgere un ruolo anche dopo il 2035, insieme ai mezzi elettrici e a idrogeno. Un forte contributo alla decarbonizzazione è atteso dalle flotte aziendali, il 60% del circolante. I target, in proposito, saranno "modulati" sulle caratteristiche del mercato di ciascuno Stato, a cui viene lasciata "piena discrezionalità su come raggiungerli". Secondo la proposta - che andrà negoziata da Parlamento e Consiglio - gli obiettivi si applicheranno solo alle grandi imprese con più di 250 addetti e un fatturato di oltre 50 milioni. Dal regolamento saranno esentate le Pmi. Bruxelles propone di vincolare gli incentivi solo ai veicoli aziendali green fabbricati nell'Ue.

Una fissa della presidente Ursula von der Leyen, condivisa anche dai vertici di Stellantis, riguarda le piccole auto elettriche dai listini accessibili che godranno di super crediti a patto che nascano in Europa. Più flessibilità, entro il 2030, anche per i furgoni attraverso una riduzione dell'obiettivo sulle emissioni dal 50% al 40%. Proposta anche una modifica mirata alle norme sulle emissioni di CO2 per i camion con una flessibilità che agevola il rispetto dei target al 2030. Si guarda anche all'etichettatura delle auto, affinché i clienti possano avere informazioni sulle emissioni al momento dell'acquisto. "Innovazione, mobilità pulita, competitività: queste - commenta la presidente von der Leyen - erano le massime priorità nei nostri intensi dialoghi con settore parti interessate".

Soddisfatto, ma con riserva, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy: "È un primo passo nella giusta direzione che noi per primi abbiamo indicato, una breccia nel muro dell'ideologia, con il riconoscimento dei principi della neutralità tecnologica e del made in Europe, anche a tutela della componentistica. Ma ora il muro va abbattuto. Lavoreremo con gli Stati membri che condividono il nostro approccio, nella certezza che occorra una revisione dei regolamenti più organica, radicale e concreta. È il momento di scelte strategiche chiare e omogenee".

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha applaudito alla decisione della Commissione europea: "Si è fatto un passo in avanti - ha commentato a Tg2 Post - bloccare tutta la produzione di auto non elettriche dal 2035 in Italia avrebbe fatto perdere 70mila posti di lavoro". Resta un successo dell'alleanza tra italiani e tedeschi, che ha spinto per la revisione delle regole. "È davvero incredibile - avverte Guido Guidesi, assessore lombardo e presidente dell'Alleanza delle Regione automotive Ue - che si è arrivati a tutto questo dopo tre anni di proposte e confronti accompagnati da dati negativi del settore. Continuo a pensare che serve una piena neutralità tecnologica".

Soddisfazione per Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia- Ecr: "Cade il muro del dogmatismo elettrico, si apre a misure di flessibilità". Tuttavia, "bisogna fare di più sulla neutralità tecnologica". Senza inutili "meccanismi collegati ai crediti e alle compensazioni". Reazioni di segno positive anche tra le fila del governo italiano, con il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: "L'orientamento annunciato dalla Commissione Ue in merito a una possibile revisione degli standard sulle emissioni dei veicoli" è "una linea che il governo italiano sostiene da sempre".

Il ministro e vicepremier Matteo Salvini, tramite il profilo della Lega fa sapere che "il dietrofront Ue è un primo segnale per una battaglia storica della Lega e del buon senso, ma è troppo poco e troppo tardi. Non basta. Il Green deal ideologico ha già fatto troppi danni e fatto perdere troppo lavoro in Europa: va cancellato".

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