Da «Agata e Romeo» a Roma città, la tradizione è rispettata. Agata è lo chef ed è pure figlia darte. I suoi genitori sinventarono trentanni fa questo localino con nove tavoli. Lei ha solo continuato la tradizione.
E quei nove tavoli, inutile dirlo, sono ormai prenotati da quel dì. Anche via e-mail. A Pasqua il menù si rifà alle origini, magari riviste e corrette con una punta di originalità. Quella chi cerca chi prenota qui.
Insomma, a Roma allabbacchio domani non si può certo rinunciare. Ma vuoi mettere se si tratta di un cosciotto già disossato oppure delle cotolette «scottadito» bollenti tanto che si fa fatica a tenerle in mano?
Per i palati fini che questanno anche a Roma correranno in massa a festeggiare la Pasqua al ristorante, da Agata non rinunceranno alle celebri fettuccine fatte con la paiatina, ossia un sugo a base di interiora dellagnello da latte che non ha ancora brucato lerba, come spiega con precisione la chef. Insomma, un pranzo tuttaltro che vegetariano se si escludono i carciofoni, quelli che nei dintorni di Roma, si chiamano «mammole» e non mancheranno di certo sulla tavola dei ristoranti romani. Come non mancherà la «coratella», ossia le interiora dellabbacchio «che da queste parti - spiega Agata - si usano mangiare la mattina di Pasqua, a colazione».
Abbacchio, fettuccine e coratella Nella capitale ritorno alle origini
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