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Famiglia nel bosco: Corte d'Appello dell'Aquila rigetta ricorso
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«Abbandonarlo a se stesso è un errore»

da Ragusa

Diciannove sono gli alunni iscritti alla seconda classe della media «Vann'Antò». Solo quattro di questi continuano a frequentare regolarmente le lezioni. I loro genitori si sono rifiutati di aderire alla protesta e di conseguenza di firmare la petizione contro il ragazzino disabile. Le motivazioni sono diverse. Due di questi ragazzini abitano proprio a ridosso del compagno disabile, i familiari si conoscono bene da tanto tempo. I ragazzini vanno d'accordo con questo compagno che molti descrivono essere quasi un bruto. Altri due genitori, invece, sono convinti che la scuola debba riuscire a superare qualsiasi problema. «Mio figlio continua a frequentare le lezioni - ha dichiarato uno dei genitori contrari alla protesta - perché non è giusto discriminare un ragazzino malato. Bisogna anzi aiutarlo a integrarsi. La scuola d'altronde ha questo preciso dovere oltre che insegnare le varie discipline didattiche. Certo, se la situazione dovesse peggiorare o dovessi capire che è in pericolo l'incolumità di mio figlio, allora agirei di conseguenza. Ma al momento, non trovo giusta questa protesta». Un altro genitore, intervenendo sulla polemica, ha detto a chiare lettere che non ci si può scagliare in questo modo violento contro un ragazzino gravemente malato. «È vero - dice il genitore - che questo ragazzo ogni tanto ha atteggiamenti violenti e anche mio figlio ne ha fatto le spese con qualche ceffone. Ma ciò non vuol dire che debba essere ghettizzato.

In ogni caso la scuola e le altre istituzioni devono trovare le soluzioni magari mettendo accanto allo studente irrequieto un insegnante di sostegno più capace. Non mandare mio figlio a scuola - conclude - è contro i miei principi anche se sono d'accordo con gli altri genitori che una soluzione per la sicurezza di tutti deve essere trovata».

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