Roma

Abbandoni estivi, l’ultima follia colpisce iguane e pitoni

Stesso destino anche per furetti e altri rettili

Gian Piero Milanetti

Alcuni vengono abbandonati lungo il Tevere. Altri dentro scatoloni, davanti al Bioparco. Ma non stiamo parlando di cani e gatti: l’estate è sempre più la stagione degli abbandoni anche di serpenti, iguane, testuggini e altri animali esotici. Cuccioli ormai alla portata di tutte le tasche, non facili da gestire però, che né alberghi né campeggi accettano e per i quali non esistono pensioni. Con l’inizio della stagione delle vacanze, quindi, sempre più pitoni, sauri, tartarughe e furetti vengono tirati fuori da un terrario o da una gabbia e messi in libertà sugli argini del Tevere oppure infilati in una scatola, quasi sempre depositata davanti all’ingresso dell’ex giardino zoologico di Villa Borghese. «Sembra la ruota degli esposti - sorride Fulvio Fraticelli, curatore del Bioparco -. Purtroppo però molti di questi animali ci arrivano in pessime condizioni e muoiono nonostante le nostre cure. E per tutti si presenta il problema della sistemazione. Per ospitare alcune specie abbiamo dovuto realizzare addirittura dei soppalchi nel rettilario».
Tra i serpenti quello più comunemente abbandonato è il pitone reale. «Molti lo comprano senza una vera preparazione, sull’onda di una spinta emotiva, per il costo basso e le dimensioni ridotte (massimo un metro e mezzo)». Ben presto, però, molti se ne stancano. Questi serpenti, infatti, passano gran parte del tempo a dormire e soprattutto dopo il pasto possono restare nascosti per 4-5 giorni. «Sono animali solitari - fa presente Fraticelli -. Non è affatto vero che riconoscono il padrone». Inoltre sono animali piuttosto impegnativi. Possono vivere anche 30 anni, hanno bisogno di luminosità e temperature ben precise(20 gradi di notte e 25 di giorno, tutto l’anno). D’estate, invece, molti di questi rettili arrivano al Bioparco con ustioni più o meno gravi. «Per riscaldare i terrari, nei negozi di animali vendono delle serpentine riscaldate elettricamente sulle quali il pitone va spesso a raggomitolarsi fino a procurarsi gravi ustioni, difficili da curare». Le iguane, invece, spesso risentono dell’insufficiente insolazione. «Questi sauri hanno bisogno della luce solare per fissare il calcio nelle ossa. In ambiente chiuso bisogna ricorrere a lampade (Uva e Uvb, ndr) che necessitano di inclinazione e distanze ben precise, molto costose e dalla durata limita. Quasi tutti poi sono tenuti in terrari troppo angusti per muoversi e quindi hanno problemi articolari». Per molti proprietari l’unica scelta è l’abbandono davanti al Bioparco. «Ne abbiamo a decine. Il problema è che non si possono tenere in gruppo e gli spazi sono limitati. Alcuni esemplari vengono abbandonati nel Tevere dove qualcuno che li vede nuotare e li scambia per coccodrilli. Quando poi la temperatura scende a 14-15 gradi non riescono più a sopravvivere».
Aumentano gli abbandoni, infine, di furetti. Qualche anno fa, anche sull’onda della moda in voga in America, questo parente della puzzola ha conosciuto un’improvvisa popolarità anche da noi. «L’iniziale entusiasmo - spiega Fraticelli - si è spento quando ci si è accorti dell’odore molto forte che questo animale emana anche quando gli vengono asportate le ghiandole odorifere. Il furetto poi ha una individualità fortissima e ha bisogno di giocare e essere stimolato, altrimenti diventa ingestibile.

Ne hanno abbandonati una quindicina, che ci danno gravi problemi di gestione anche perché se non vengono fatte riprodurre le femmine sviluppano tumori alle ovaie e sterilizzarle non è facile».

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