«Abbiamo preso i vacanzieri per la gola»

«Abbiamo preso i vacanzieri per la gola»

da Taormina

È una delle pochissime località italiane che reagisce, seppur con fatica, alla crisi del turismo di casa nostra. I primi sei mesi della stagione parlano di un calo di presenze del 9,2 per cento, ma da metà luglio in poi e sino a Ferragosto si sta registrando «un tutto esaurito» che lascia presagire un'inversione di tendenza. Taormina, la perla dello Ionio, si difende dalla crisi. E lo fa con le sue armi: «Solo mare e sole è una formula che non va più. Offrendo la cultura, le bellezze della natura e la cucina, abbiamo in parte limitato i danni di una crisi che è generalizzata e che è destinata ancora per qualche anno a fare registrare trend negativi». È moderatamente ottimista Italo Mennella, assessore al Turismo di Taormina e direttore di uno degli alberghi più lussuosi della località siciliana. «Le manifestazioni culturali quest'anno sono state la nostra marcia in più - spiega ancora Mennella -, al Teatro Antico, Tosca è stata replicata tre sere e in tre sere ha registrato la presenza di 10mila spettatori. Subito dopo Ferragosto ci sarà Lorin Maazel che per cinque giorni proporrà Beethoven e sarà ancora un pienone».
Gli albergatori di Taormina si sono ben organizzati e hanno proposto pacchetti ed escursioni culturali in moltissime località dell'isola. La formula più venduta è stata il «sette uguale sei», con il settimo giorno in omaggio. Ma anche week-end a metà prezzo per invogliare turisti anche solo regionali. «È stato indispensabile inventarsi trovate per attirare i turisti - spiega Pippo Trefiletti, presidente degli albergatori di Taormina -. Escursioni sull'Etna, gite culturali a Siracusa e Agrigento, dove è possibile visitare i resti greci, romani e bizantini e la Valle dei Templi, e poi i mosaici di Piazza Armerina sono state trovate ben riuscite gradite ai turisti europei». Registra picchi negativi senza precedenti il mercato americano. «Su questo fronte - spiega ancora Trefiletti - comanda l'euro. E purtroppo la nostra moneta è troppo forte e dunque gli americani, vedendo lievitare il costo delle vacanze del 30 o 40 per cento, si sono orientati verso altre mete».
Ma la stagione non è ancora finita. In vista di settembre, gli albergatori e i ristoratori sono pronti a rilanciare nuove offerte. «Adesso sarà il tempo del turismo congressuale, così come di quello eno-gastronomico - conclude l'assessore Italo Mennella -. La cucina siciliana è apprezzata in tutto il mondo.

Pensate che i giapponesi chiedono i cannoli tutto l'anno. Si tratta di nicchie di mercato che prima venivano tenute poco in considerazione, ma che adesso devono essere rivalutate perché perderle vorrebbe dire fare un passo indietro. O rischiare il tracollo».

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