Manchester - Era quasi una noia mortale, otto gol l’altra volta, un’ora senza vedere niente questa. Ma il Manchester ha continuato a montare minuto dopo minuto, una crescita costante in tutte le zone del campo, Scholes e Carrick senza dare grandi scossoni hanno fatto salire la squadra, hanno preso il campo e la Roma, senza capire come e perché, si è trovata a difendersi. Quando Rooney ha segnato con un gol da serpente d’area, la superiorità del Manchester non era così evidente, ma nessuno ha pensato fosse un’ingiustizia.
Ferguson ha cambiato tutto rispetto al 10 aprile, alla «notte irripetibile» (come l’ha definita lo stesso tecnico inglese) ha messo in campo la pazienza, lui non aveva vendette o rivincite da buttare sul prato. Ha dato tranquillità ai suoi ragazzi e alla fine ha confessato che poteva finire anche pari. Invece si ritrova da solo in testa al girone a punteggio pieno. È successo tutto così lentamente che non sembrava neppure vero.
Prima si è sgonfiata la polemica fra Spalletti e Panucci con sms d’amore e reciproche buone intenzioni, poi anche le battute di Cristiano Ronaldo sul 7-1 precedente, nell'anticipazione della sua autobiografia, sono state ridimensionate da Alex Ferguson. Insomma non c’era veleno e neppure aria di vendette, la Roma che doveva tirare giù l’Old Trafford si è affidata a qualche legnata da lontano di Francesco Totti e niente di più.
Dicono che anche questo sia un segno di maturità perché questa è una squadra che si piace, si specchia e poi si spegne nella sua bellezza.
Ieri sera niente di tutto questo, tanta corsa e poche idee, niente a che fare con lo spettacolo, quindi buon segno. Ma ha perso ugualmente. Forse il vero mistero resta Totti che toglie una vera punta alla squadra, è l'equivoco che tiene la Roma nella terra di mezzo mentre il Manchester è montato lentamente, Ferguson ha cambiato tutto rispetto al 10 aprile, niente folate irruente, niente incursioni di massa, ha messo giù una squadra equilibrata, fuori Tevez e Giggs, Hargreaves neppure in panchina.
Gli inglesi sono cresciuti piano senza mai mettere in allarme il portiere giallorosso Curci, un paio di palloni in mezzo, ma un gioco che chiudeva sempre più la Roma nella sua metà campo.
Pericoli per Curci zero, o quasi. Un centro di Nani da sinistra per Rooney in area completamente solo e libero di calciare alto di destro. E pochi minuti prima un retropassaggio di Tonetto a Curci che si esibiva in un dribbling stretto in area su Rooney che ha tolto il fiato a mezza Roma con Spalletti bianco come la sua camicia.
Davanti solo Totti con tiri dalla distanza, troppo poco e il Manchester continuava a crescere. Ronaldo da destra a sinistra, Nani da sinistra a destra, in mezzo Scholes comincia a digerire palloni, Carrick che, quando la vede, cerca la porta. Alla Roma almeno riusciva il minimo sindacale, impedire al Manchester di giocare senza affanno.
All’intervallo l’altra volta erano già sul 4-0.
E quando Spalletti si accorge che stavolta può uscire dall’Old Trafford con una vittoria, la Roma inizia a rischiare, arriva qualche occasione buona, i giallorossi non si sbilanciano, e Rooney li condanna. Un gol splendido per tempismo, astuzia, rapidità di esecuzione. La palla colpita col piatto destro che subisce un effetto quasi da biliardo e che taglia completamente fuori il portiere romanista: inutile il suo tuffo, la palla gli sfiora la cima delle dita e si infila in rete.
Per il Manchester più perfetta questa partita del roboante 7-1 di sei mesi fa. Eppure Esposito e Perrotta alla fine potevano anche rimettere tutto in discussione, forse anche l’Old Trafford non è certamente il campo migliore per Totti e De Rossi per farsi belli. Difficile ci tornino presto.
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