Il gruppo dascolto si ritrova con la vostra Novella Eva, per la seconda serata del Festival. Pimpanti tutti quanti: solo la «sciampista» decide di non presentarsi. «Non ne posso più di lagne e melodie stantie...». Bene. Rimangono lantipatico, il vanitoso, la ragazza da discoteca, la nobile signora, il latin lover. Prima discussione su la solita Michelle. Interrogativo universale: «È più sexy negli abiti da 259mila euro o in pigiama come si è presentata da Chiambretti?». Il latin lover non ha dubbi: «Il pigiama è molto eccitante». La nobile signora bofonchia: «Se lo avessi io quel vestito tutto rosso più dei capelli di Milva, farei conquiste straordinarie». Lora è tarda e la si compatisce. Ancora su Michelle: «Ma non vi sembra un po bambolotta, sempliciotta, insomma tipica da Striscia la notizia?». Eh, sì, sembra siano tutti daccordo. «E poi quelle smancerie con Pippone...». Già: anche Pippo ha la sua razione di giudizi: «Ma non vi sembra diventato un po troppo vecchiotto - dice lantipatico -, anche un po maniacale nel voler sembre abbracciare le cantanti, le ospiti femminili».
Mafia. Si parla di mafia, di stragi, di pallottole. Sanremo sembra diventata una fiction con Raoul Bova nella parte di «Ultimo». Il gruppo di ascolto si divide: chi è convinto della sincerità di certi versi, chi ne diffida. Esempio: mentre Ficarra e Picone, quando raccontano di Don Puglisi, fanno vivere una narrazione forte e sincera, che nasce dal cuore, le parole di quella canzone firmata dal giovane Fabrizio Moro, lasciano a desiderare: «Una furbata» per lantipatico. «Che retorico! - aggiunge il vanitoso -, allora meglio la storia del giardiniere di Concato. Almeno un pizzico di ambientalismo non manca».
Tosca. Dal giardiniere a ben tre «fuochisti». Che spasso! Per fortuna la bella compagna di Venturiello ha una stupenda voce e tutta romana. Il gruppo genovese ama molto Venturiello, attore nato al nostro Stabile e tutti attendono quando lo stesso sarà in scena accanto al suo amore. Deludendente, non per la canzone, Paolo Rossi. Da Chiambretti non ha quasi aperto bocca. Non si è capito bene perché. Lunica cosa vivace era il suo cappello. Si riflette sulla canzone: «Bruttina - dice il gruppo - si capisce perché Rino Gaetano lha voluta tenere nascosta. La considerava fra le sue più brutte creazioni».
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