Abete a Conte: «Parole forti» Marotta: «Noi sempre corretti»

Incredibile ma vero. Il mite (per usare un eufemismo) Giancarlo Abete, presidente della federcalcio, da qualche tempo stretto nella tenaglia tra l’inflessibile Petrucci e la ribella Lega di Milano, ha impugnato lo scudiscio e preso di mira la Juventus. Certo, lo ha fatto col suo linguaggio molto ampolloso in cui persino un cazzotto può diventare delicato come una carezza, ma lo ha fatto. Ed è già una notizia. Nell’occasione le parole sono pietre e hanno imposto una bella regolata ai contendenti della prossima sfida scudetto. Il capo del calcio ha definito «forti le parole usate da Conte, non è giusto che gli arbitri internazionali dirigano le squadre di vertice». Non solo: ma Abete ha insistito sull’argomento. «Vorrei che il comportamento dei tesserati fosse coerente sia dopo un torto sia dopo una ottima prestazione dell’arbitro» la sua intemerata riferita proprio al tecnico juventino che dopo Parma denunciò «un’aria molto pesante» e dopo il Catania invece, col gol di Chiellini contestato, ha giudicato «migliore in campo l’arbitro Brighi».
A questo punto la Juve non poteva più far finta di niente. E Beppe Marotta, da Viareggio (finalissima vinta dai bianconeri), ha colto l’occasione per ricucire lo “strappo“ con il palazzo. «Le nostre frasi sono state critiche nell’analisi del mondo arbitrale ma fatte in grandissima correttezza e con il massimo rispetto tanto è vero che non ci sono stati deferimenti» la riflessione pelosa del dg bianconero che ha colto l’occasione per aggiungere al duello rusticano con il Milan la solita litania del favorito («restano loro») e altre stoccate. Come? Semplicissimo, ritirandosi in apparenza dal pronostico sul ricorso per la squalifica di Ibrahimovic, in discussione giovedì pomeriggio. «Non guardiamo in casa d’altri. E comunque il Milan ha mostrato di essere forte con e senza Ibrahimovic» ha concluso. Come per dire ad Allegri: interessati dei tuoi gol non di quello di Chiellini.
Consiglio perfettamente raccolto dall’interessato che non ha dato seguito all’ironica battuta di domenica («sai che messa tutti i giorni se avessero annullato il gol a Chiellini!») per smentire un conflitto con Pato («tornerà a disposizione per sabato sera») e spiegare meglio l’addio di Pirlo: «Spesso nella vita come nel calcio bisogna cambiare: lui a Torino ha trovato nuove motivazioni che al Milan erano venute meno dopo 10 anni».

Mica male come giudizio! Già, Pirlo, scoperto attraverso un filmato circolato in rete, con una bestemmia sulle labbra. In via Turati, a dispetto delle tante segnalazioni, hanno lasciato perdere. Anche perchè il 26esimo compleanno della presidenza Berlusconi non poteva essere festeggiato con una spiata!

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