Abi, Ponzellini si defila Nel duello con Faissola Mussari parte favorito

SISTEMA I rapporti del manager senese con il numero uno di Cariplo e con Mediobanca

La sfida per la presidenza tra Corrado Faissola e Giuseppe Mussari ha aperto una frattura profonda tra i vertici dell’Abi. In gioco non c’è solo una poltrona quanto gli stessi equilibri interni dell’associazione, dove le grandi banche hanno avviato un’offensiva per contare di più e contenere il peso che lo statuto assicura alle piccole. Dopo aver ascoltato i programmi dei due candidati martedì, ieri in comitato esecutivo il presidente di Federcasse e coordinatore dei «saggi», Alessandro Azzi, ha annunciato che l’«interpello» per la raccolta formale delle dichiarazioni di voto inizierà a maggio (la discussione è poi proseguita sul contraccolpo delle norme di Basilea III).
Una dimostrazione della situazione di stallo provocata dalla campagna elettorale, ma la sensazione è che già la prossima settimana potrebbe essere decisiva per delineare i rapporti di forza. Al momento i due candidati sono sostanzialmente pari: i Big vogliono Mussari mentre Popolari e Bcc fanno quadrato attorno a Faissola che, tuttavia, riferiscono alcuni soci di Palazzo Altieri, sarebbe il primo a non poter tollerare che la spaccatura in seno all’associazione portasse alla fuoriuscita delle grandi banche.
A decidere la partita saranno gli otto voti in capo alle casse di risparmio, agli istituti privati e a quelli esteri: un gruppo che tende a muovere compatto anche per massimizzare il risultato elettorale. Il fulcro è l’Acri dove è atteso un vertice tra il presidente Giuseppe Guzzetti, che sembra essere sempre impegnato a sostenere Mussari, e il vice Antonio Patuelli, presidente di CariRavenna e alfiere delle casse, cui per statuto spetta la decisione finale. Malgrado le squadre a sostegno dei due big siano formalmente compatte, non si può poi escludere qualche «franco tiratore». Molto dipende dalla campagna elettorale di Mussari. Con cui Guzzetti, che ha peraltro più volte detto di occuparsi solo delle fondazioni, ha diviso il vertice dell’Acri negli anni di scontro col ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Istanze dei piccoli a parte, a rendere «di sistema» l’eventuale vittoria di Mussari sono poi i rapporti con Mediobanca (di cui la Fondazione Mps è socia) e con Generali, dove Siena sosterrà la lista per il cda compilata da Piazzetta Cuccia e quindi la presidenza di Cesare Geronzi. La battaglia è aperta con il punto fermo che, come ha dichiarato lo stesso Azzi, i candidati sono due.

Ieri infatti si è sfilato Massimo Ponzellini, considerato vicinissimo a Tremonti: il presidente di Bpm, la cui attività era saltata all’occhi di alcuni soci di Palazzo Altieri, ha negato di volersi candidare per offrire una soluzione nel caso si prolunghi l’impasse.

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