Abiti, foto e disegni: tornano a Milano i capolavori di Ferré

Sono finalmente tornate nel capoluogo lombardo 2mila tra le creazioni più importanti della lunga carriera stilistica di Gianfranco Ferrè. La Fondazione Ferrè, presieduta dal fratello Alberto e diretta da Rita Airaghi, braccio destro nel lavoro del designer scomparso, è riuscita a recuperare il notevole patrimonio fashion e riportarlo a Milano, nella sede di via Tortona 27. E conseguentemente nel prossimo autunno sotto le guglie del Duomo potrebbe arrivare anche la mostra su «La camicia bianca» del sarto di Legnano, ora in un Museo di Prato.
La Fondazione possedeva fino a pochi giorni fa solo una piccola parte dell'archivio storico, acquisito in blocco insieme al marchio dalla realtà araba Paris Group. Nel momento in cui la società di Dubai ha definitivamente cessato ogni attività sul territorio italiano, la Fondazione è stata veloce a comperare la maggioranza dei capi cult di Gianfranco. Si parla di una cifra intorno ai 400mila euro versata per riottenere il materiale, tra vestiti, accessori, gioielli e una strepitosa collezione vintage. Il Paris Group evidentemente voleva utilizzare gli abiti iconici solo nell'ottica del business, affittandoli o vendendoli pur di fare cassa. Infatti sul recente red carpet di un modaiolo evento newyorchese la celebre modella Olsen indossava un esemplare da gala firmato Ferrè, risalente agli anni Novanta. Prima che l'intero archivio si disperdesse in mille rivoli e altrettanti guardaroba, familiari e amici dello stilista si sono adoperati per far rientrare le pregevoli creazioni nella casa natale di Milano.
Ora si tratterà di far prendere aria ai capi e alcuni andranno sistemati e restaurati, soprattutto quelli provenienti dall'atelier di alta sartoria. Non bisogna dimenticare che Gianfranco Ferrè nelle sua encomiabile professione disegnò diversi splendidi vestiti per rappresentazioni teatrali: pezzi unici di rara bellezza. L'archivio completo risulta quindi molto ampio, forse 10mila esemplari, includendo anche bozzetti, fotografie, video e i circa duecento indumenti destinati al pubblico maschile, composti da eleganti giacche da sera e sportivi giubbotti in pelle.
In seguito all'intervento risolutivo della Fondazione, potrebbero venire meno le condizioni ostative che impedivano l'organizzazione a Milano della famosa retrospettiva sulla camicia bianca.

La Camera Nazionale della Moda aveva di recente bocciato la proposta per rispondere al comportamento tenuto dall'azienda Paris Group, capace di negare ogni carattere di italianità alla Maison. A confermare il diverso clima lo stesso amministratore delegato della Cnmi, Jane Reeve, che ha parlato di riapertura delle trattative per trasferire la mostra nel capoluogo lombardo.

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