Napoli - Due medici ginecologi, un anestesista e una segretaria ritenuti responsabili una serie di aborti clandestini sono stati sottoposti al provvedimento di fermo perché indiziati di delitto dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, su provvedimento della Procura partenopea. I quattro sono accusati di essersi associati per commettere interruzioni di gravidanza in violazione alle disposizioni della legge 194 del 1978.
Le indagini dei carabinieri Nel corso di indagini, i carabinieri hanno accertato che i due ginecologi, con l’aiuto dell’anestesista e della segretaria, hanno praticato una serie di interruzioni di gravidanza in ambiente non ospedaliero ed in particolare nello studio privato di uno degli operatori sanitari. Uno dei medici è ritenuto anche responsabile di violenza sessuale poiché, approfittando dello stato di bisogno di una straniera che si era rivolta a lui per un aborto illegale, l’aveva costretta ad un rapporto sessuale. L’inchiesta sugli aborti fuorilegge, coordinata dalla procura di Napoli, è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, partendo dalla denuncia di un medico napoletano che avrebbe segnalato agli inquirenti notizie in suo possesso su interruzioni di gravidanza clandestine praticate da alcuni suoi colleghi.
I quattro fermati Le persone sottoposte a fermo sono il ginecologo Achille Della Ragione (61 anni); il ginecologo Luigi Langella (57 anni), in servizio nel reparto di ostetricia dell’ospedale San Paolo di Napoli (la struttura pubblica risulta però del tutto estranea agli aborti clandestini, che secondo l’accusa avvenivano nello studio privato di Langella, in corso Vittorio Emanuele); l’anestesista Vincenzo Grillo (68 anni) e la segretaria di Langella, Maria Cristina Pollio, 54 anni.
L’accusa di violenza sessuale nei confronti di Langella si riferisce a una donna straniera, che si era rivolta al ginecologo per un aborto illegale e che sarebbe stata costretta ad un rapporto sessuale, in cambio del quale il medico avrebbe poi praticato uno sconto sul prezzo dell’interruzione di gravidanza.