Aborti, subito nuove regole per i consultori

Aborti, subito nuove regole per i consultori

(...) «Ma la Regione nel 2006 quanti soldi ha speso, e in che modo, nei capitoli “tutela della maternità” e “interruzione volontaria di gravidanza” citati dalle 194?» avevano chiesto Matteo Marcenaro e Nicola Abbundo (Udc) in un’interrogazione in consiglio regionale. «Nel 2006, come ormai da oltre un quinquennio, non è stato ripartito fra le regioni nessun fondo relativo alla tutela sociale della maternità e alla interruzione di gravidanza» era stata la risposta dell’assessore Montaldo. Il fondo citato (statale) è previsto dalla stessa legge 194. «Ma la norma - replica il Movimento per la vita - prevede all’articolo 1 che anche regioni ed enti locali, nell’ambito delle loro funzioni e competenze, promuovano iniziative per evitare che l’aborto sia usato per limitare le nascite. E questo non viene fatto».
Ciangherotti è partito dal suo comune, Albenga, «dove l’anno scorso ci siamo scontrati con il sindaco per l’annullamento di un protocollo di intesa per sostenere la vita nascente». La Provincia di Savona, poi, ha risposto al consigliere Santiago Vacca di «non avere competenza in merito alle legge 194 e pertanto di non avere capitoli a bilancio destinati alla tutela della maternità». Si è arrivati infine all’interrogazione dell’Udc in Regione, dove il consigliere di An Alessio Saso ha presentato una proposta di legge per rendere obbligatoria la presenza dei volontari dei centri per la vita in consultori e ospedali che praticano l’aborto. A Milano, alla clinica Mangiagalli, è stato destinato ai volontari un piccolo ufficio. Le donne intenzionate ad abortire possono entraci o meno, «e spesso - raccontano i volontari - basta il tempo di un caffè: spieghiamo che esistono mille modi per essere aiutate, molte decidono di portare avanti la gravidanza e tornano a ringraziarci».
Saso ha evitato che il suo disegno di legge fosse affossato dai veti dei partiti contrari (se ne discuterà nella commissione Salute del consiglio regionale). L’assessore Montaldo spiega inoltre che entro due mesi saranno pronte le nuove regole per i consultori che vogliono dare informazioni sulle alternative all’aborto. «Se ci saranno anche i volontari anti abortisti? Diciamo che potranno esserci le associazioni di aiuto alla persona - precisa - come del resto è previsto dalla 194». La Regione destinerà per questo nuovi fondi. «Vogliamo potenziare l’attività dei consultori - aggiunge Montaldo - Non sarà facile trovare le risorse, dovremo recuperarle da altri settori».


In Liguria, nel 2006, le interruzioni di gravidanza sono state 3700, 26 in meno dell’anno prima. La nostra regione vanta però un record negativo: gli aborti sono stati 304 ogni mille bambini nati (in pratica ogni dieci nascite si sono avuti tre aborti), livello più alto in Italia.

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