Aborto, donne in piazza Disordini con la polizia

Manifestazioni e presidi in tutta Italia. Dopo il blitz delle forze di polizia al Federico II di Napoli, torna lo scontro sull'aborto. A Roma sit in davanti al ministero della Salute. In piazza anche la Turco. A Bologna e Napoli clima da anni Settanta

Aborto, donne in piazza  
Disordini con la polizia

Roma - Da internet alla piazza. Il tam tam mediatico ha riacceso la protesta "femminista" in difesa della legge 194 sull'aborto. Manifestazioni e presidi per protestare contro il blitz delle forze di polizia al reparto interruzioni di gravidanza del Nuovo Policlinico di Napoli sono sorti - spontaneamente - in tutto il paese.

Il sit in davanti al ministero della Salute "Silvana, siamo tutte con te". Questo lo slogan scelto dalle donne che hanno manifestato a Roma davanti al Ministero della Salute. I manifesti fanno riferimento alla donna che al secondo policlinico di Napoli si è sottoposta ad un aborto terapeutico ma ha visto arrivare in ospedale la polizia. A bloccare il traffico di Lungotevere è stato qualche centinaio, alcune con la bandiera dell’Udi (Unione donne d’Italia), altre con quelle della Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti). Uno striscione recita: "Meglio aborto oggi che un Ferrara domani"; un altro "Libere di agire, capaci di reagire". E ancora: "Trasformiamo la paura in rabbia". Il giornalista Giuliano Ferrara è preso di mira: "Ferrara fatte ’na lista de psichiatri" si legge su un cartello. Tra le donne che manifestano per la difesa della legge 194 la parlamentare Loredana De Petris, Tana De Zulueta e anche Ritanna Armeni, che conduce con Ferrara una trasmissione televisiva.

Tafferugli con le forze dell'ordine Dal ministero della salute all'isola tiberina. Parte delle donne che stavano protestando davanti al ministero della Salute ha improvvisato un corteo verso il lungotevere dove hanno sfondato il cordone di agenti che sta impediva loro il passaggio. I poliziotti, casco in mano, hanno cercato di fermare le manifestanti e bloccato le donne che avanzano. Le manifestanti, al grido di "corteo, corteo", hanno attraversato ponte Garibaldi e si sono dirette verso largo Arenula. Le forze di polizia in tenuta antisommossa hanno bloccato anche con le camionette largo Arenula all’altezza del ministero della Giustizia. Il corteo è stato costretto a fermarsi. Le auto della polizia, per chiudere largo Arenula, sono state parcheggiate per bloccare l’accesso anche ai pedoni. Il cordone della polizia in tenuta antisommossa, insieme alle camionette, hanno quindi bloccato le manifestanti giunte a Largo Argentina per non farle proseguire verso corso Vittorio. "Vergogna vergogna", hanno urlato le donne del corteo.

Ministro Turco in piazza Traffico bloccato sul lungotevere all’altezza dell’isola tiberina per il sit in organizzato in difesa della legge 194 davanti al ministero della Salute. Il ministro della Salute, Livia Turco, è scesa in strada per incontrare le donne che stanno manifestando. "La legge 194 è importante e afferma un principio fondamentale che è quello della responsabilità, della libertà e dell’autonomia delle donne. Principi fondamentali per riaffermare la cultura della vita", afferma la Turco ricordando che questo pomeriggio "sono le donne le protagoniste". Quando però qualcuna le chiede delle posizioni del Partito democratico a difesa della legge 194 Turco risponde: "Dovete andare alla sede del Pd. Qui io rispondo per il mio lavoro di ministro, che mi pare inequivocabile".

A Bologna come negli anni Settanta Sono più di 300 le persone, tante donne ma anche parecchi uomini, che hanno scelto di partecipare al presidio davanti al pronto soccorso ostetrico del policlinico Sant’Orsola di Bologna in difesa della legge 194. "Comunque decidiamo noi", "No agli scambi politici sul corpo della donna", "La 194 non si tocca": questi alcuni degli striscioni che sembrano far tornare Bologna indietro agli anni Settanta. E di donne che in quegli anni in piazza ce ne erano, qui ce ne sono ancora, insieme a tante altre. "Invitiamo tutte le donne a resistere e sorvegliare sulle invasioni". Invasioni che, spiegano, vengono perpetrate sui loro corpi. Presenti anche, tra i politici, Franco Grillini: "La vicenda di Napoli dimostra che l’isteria antiabortistica vuole trasformare l’Italia come gli Stati Uniti, dove poi ci sono attentati contro le cliniche e i medici". Il presidio ha bloccato, in maniera simbolica per pochi minuti, via Massarenti, mentre le partecipanti raccontavano esperienze, frustranti, di obiezione da parte dei medici.

Sit in a Napoli Sit in anche a Napoli dove al Federico II la polizia aveva sequestrato un feto dopo un’interruzione di gravidanza. L’Unione donne d’Italia (Udi) ha organizzato la manifestazione per protestare contro quanto accaduto, rilanciando la discussione sull’aborto a due mesi dalle elezioni politiche. "Giù le mani dal corpo delle donne", hanno scandito delle manifestanti riunite in piazza Vanvitelli, mentre altri mostravano cartelli con su scritto "giù le mani dalla 194" e "libere di scegliere sempre". In giro bandiere della Sinistra arcobaleno e di Emma Bonino. Una donna della "Rete delle donne" di Bologna ha mostrato un cartello con la scritta "Non ci avete bruciate tutte" e una immagine di una strega al rogo, rievocando le contestazioni femminili degli anni '70.

Per Livia Menapace, senatrice di Rifondazione, "è ovvio che oggi c’è un rischio di speculazione vista la campagna elettorale, ma è importante per difendere la 194 che fino ad adesso ha quasi dimezzato gli aborti in Italia".

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