Aborto, in un mese ordinate mille confezioni di Ru486

Non c’è stata la corsa all’acquisto del farmaco. Da poco più di un mese la Ru486, la cosiddetta pillola abortiva, è arrivata in Italia e ad oggi le confezioni consegnate dalla Nordic Pharma, l’azienda che distribuisce in esclusiva in Italia il farmaco abortivo, sono poco meno di 1.100, per esattezza 1.069: ogni confezione contiene le tre pillole necessarie per l’aborto. La Toscana è decisamente in testa con 318 ordini, seguita dalla Lombardia con 208 confezioni consegnate.
All’ultimo posto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise e Valle d’Aosta con cinque confezioni ciascuna. Calabria, Lazio, Sicilia e Umbria non hanno invece ancora effettuato alcun ordine.
Marco Durini, direttore medico dell’azienda di distribuzione, intervistato da quotidianosanita.it, ha spiegato l’andamento delle richieste regione per regione.
«Stupisce - ha detto - il Lazio, in considerazione anche del numero comunque elevato di interruzioni di gravidanza effettuate in questa regione, pari a 13.600 secondo l’ultima relazione ministeriale». Significativo il dato del Trentino Alto Adige, con 56 ordinativi, poco inferiori a quelli dell’Emilia Romagna (69), che ha una popolazione quattro volte superiore. Interessanti anche i dati del Veneto (53 ordini) e soprattutto del Piemonte (148 ordini), le due regioni governate dalla Lega, i cui presidenti Luca Zaia e Roberto Cota avevano in un primo tempo annunciato il loro no alla Ru486.
In sostanza, a leggere i dati regione per regione, si conferma un approccio al farmaco abortivo estremamente differenziato, anche indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni regionali. Altro dato da tenere sotto la lente è quello relativo ai riordini della Ru486. «Il riordino - spiegano infatti dalla Nordic - dà la misura di come e se la regione stia utilizzando il farmaco. Al momento, nella maggior parte dei casi, siamo al primo ordine ed è ancora presto per capire che peso assumerà la Ru486 rispetto all’aborto chirurgico. Però - aggiungono - alcuni elementi possono essere presi in considerazione. Ad esempio in Toscana le aziende ospedaliere di Grosseto, Pisa e Firenze-Prato hanno già fatto riordini, come avvenuto a Torino, da parte dell’ospedale S. Anna che ha fatto richieste supplementari. Per il resto si tratta ancora di piccoli numeri, riordini bassi per evitare lo stoccaggio, concentrati per lo più al Nord».
Soltanto pochi giorni fa, era invece lunga la lista di attesa in Puglia di donne che vogliono abortire utilizzando l’Ru486. Nel Policlinico di Bari, dove l’Ru486 era usata in day hospital, acquistandola all’estero, già da due anni, e dove la pillola Ru486, dopo la commercializzazione in Italia, è stata utilizzata per la prima volta, finora sono state una ventina le donne che si sono sottoposte ad aborto farmacologico. E altre 25 sono in lista di attesa, provenienti da ogni parte del Paese.
Il 6 aprile è stata istituita una Commissione per predisporre le linee guida sull’utilizzo della pillola abortiva.

Come reso noto dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, «le linee guida emesse approderanno in Conferenza Stato-Regioni per garantire l’omogenea distribuzione sul territorio del farmaco». La Commissione avrà inoltre il compito di attuare un monitoraggio sull’uso del contestato farmaco.

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