Aborto, Storace in Parlamento: «I bimbi non nati sono 4 milioni»

Francesca Angeli

da Roma

Il governo non intende modificare la 194 ma vuole che le politiche di prevenzione funzionino di più e meglio. Il ministro della Salute, Francesco Storace, porta all’audizione in Commissione Affari sociali (la prima nell’ambito dell’indagine sulla legge sull’aborto) un dato da lui definito «spaventoso». Dal 1978 al 2004 i bambini nati in Italia sono stati 14 milioni e mezzo ma da allora non sono venuti alla luce 4 milioni e 350.000 bambini per interruzione volontaria di gravidanza, ivg. «Mi chiedo una cosa - dice Storace -. Se vi fosse stata una vera politica informativa e di prevenzione quanti bambini sarebbero nati? Forse ne avremmo 400.000 in più».
Un punto di partenza scomodo per il resoconto di Storace ai membri della commissione sul funzionamento della 194 che non manca di provocare la reazione del centrosinistra che ancora una volta lo accusa di usare il delicato tema dell’aborto per farsi propaganda in campagna elettorale. Il ministro della Salute riconosce che in 26 anni il numero degli aborti è andato progressivamente diminuendo e si è ridotto del 40 per cento ma non può fare a meno di domandare e domandarsi se si poteva fare di più e se alle donne è stata prospettata un’alternativa concreta alla scelta dell’aborto. Per il ministro dunque è necessario avere un quadro più preciso dell’attività dei consultori, circa 2.500 in tutta Italia. Storace già ieri pomeriggio ha inviato alle Regioni una proposta di protocollo che contiene nuovi questionari per la raccolta di dati e informazioni sull’attività di prevenzione delle ivg che ciascun ente locale svolge. «La relazione annuale ci informa soltanto sul numero degli aborti eseguiti ma noi vogliamo sapere che cosa si fa per prevenirli - insiste il ministro -. La 194 prevede il diritto ad abortire ma anche quello a non abortire». Nel nuovo protocollo, previa approvazione delle Regioni, dovranno esserci molte più informazioni sui profili professionali di chi lavora nei consultori e sull’attività di prevenzione.
La Casa delle libertà apprezza il resoconto di Storace con l’eccezione di Chiara Moroni, la portavoce del Nuovo Psi, per cui questa indagine è poco seria e strumentale e per questo ha deciso di non assistere all’audizione di Storace.
Durissimo il centrosinistra. «Il governo solleva un polverone ideologico per attrarre il mondo cattolico - attacca la ds Livia Turco -. Invece di proporre generici questionari Storace avrebbe dovuto dire come intende migliorare l’efficienza delle strutture sanitarie per le donne che sono costrette ad abortire. Ma ciò che sta a cuore al governo non è la prevenzione dell’aborto né il sostegno alla maternità come dimostra la mancanza di politiche familiari nella Finanziaria».

Alla Turco risponde il sottosegretario alla salute, l’azzurra Elisabetta Alberti Casellati, ricordando che l’indagine «ha l’obiettivo di garantire alle donne la tutela di diritti sacrosanti che la stessa legge deve far valere».

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