Alessia Marani
Sei anni e otto mesi di reclusione, una provvisionale di 10mila euro e la condanna a un risarcimento dei danni morali alla vittima da quantificare in sede civile. Si è concluso ieri il processo di primo grado, con rito abbreviato, per pedofilia nei confronti di Matteo Napoli, il pensionato di 64 anni, sorpreso nel luglio di due anni fa in auto con un ragazzino di 12. Ma Napoli è soprattutto uno dei 18 arrestati nellinchiesta «Fiori di fango», una squallida vicenda di orrori, miseria e sevizie, scoperchiata dagli inquirenti della IV sezione della squadra mobile capitolina fra il maggio 2005 e laprile di questanno. In manette finirono allepoca dodici cittadini romeni e sei italiani, tra cui lallenatore di una squadra di calcio giovanile dellEur, un commerciante e due imprenditori. Il filone partì proprio da una segnalazione degli operatori dei servizi sociali del comune di Roma, insospettiti per lo strano via vai di Napoli allinterno del campo nomadi di Tor Fiscale, sullAppia. Gli assistenti annotarono il numero di targa dellauto a bordo della quale il pensionato si recava spesso a «prelevare» il dodicenne, figlio di una coppia rom (finita in galera). «Quelluomo - hanno raccontato ai poliziotti - ha uno strano atteggiamento nei confronti del minore». Non basta. Nel gennaio di questanno «Fiori di fango» sincrocia con lindagine sullomicidio di Luciano Lasio, cameriere gay, brutalmente ammazzato nel suo appartamento di Centocelle. A commettere il delitto un rom di 17 anni e suo fratello, di 5 più grande. «Ragazzi di vita» già «attenzionati» dagli ispettori di San Vitale. Baby-marchettari sui marciapiedi della Capitale a loro volta pronti ad adescare nuovi «bambini» (tutti rigorosamente tra gli 8 e i 13 anni) da «vendere» allorco di turno. Una rete di pedofili in cui compaiono anche Giulio P., 61 anni, e Roberto P., 43 anni, la «nana», vecchie conoscenze della polizia alle prese tempo prima col sedicente «fronte di liberazione dei pedofili». In unintercettazione telefonica gli agenti intuiscono che Napoli sta per incontrare il piccolo rom. È il luglio 2004. I poliziotti fingono un normale controllo per non mettere a repentaglio unoperazione che sembra preludere a grossi quanto inquietanti risvolti. Napoli viene sorpreso e arrestato. Passano i mesi. «Fiori di fango» farà luce su unagghiacciante giro di «fiori» (li chiamavano così i piccoli da violentare) passati da un aguzzino allaltro. «Quelli... quelli lo sanno pure i genitori, basta che paghi», dicevano gli orchi parlando fra loro al telefono. «Quello è proprio bravo... va forte. Come piace a noi», commentavano. I bimbi erano quasi tutti nomadi, ceduti da padri e madri per poche centinaia di euro, un televisore, oppure circuiti ai semafori, per strada, allettati dalla promessa di un panino al McDonalds, di un telefonino o di una minimoto. Lallenatore di calcio, Fausto C.
«Il Campidoglio - dice lassessore alle Politiche Sociali, Raffela Milano - è pronto a prendersi cura della piccola vittima. Questo processo dimostra come deve funzionare un servizio di prevenzione».
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