Se si pensa ai bambini, la prima cosa che viene in mente è la spensieratezza: una caratteristica innata in loro, che deve però essere favorita da condizioni sociali che ne permettano lo sviluppo, come il gioco e le attività ricreative. Un diritto che talvolta viene negato ai bimbi di quei quartieri meno agiati e privi di servizi: realtà comuni, che passano troppe volte in secondo piano tra le istituzioni. È il caso dei quartieri di Rivarolo e Begato, dove le associazioni di volontariato si trovano sole nel cercare di essere un punto di riferimento per la comunità e nel dare un'impronta educativa e opportunità di svago ai più piccoli. Il 20° anniversario della giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, celebrato nei giorni scorsi, è stata l'occasione colta dal capogruppo del Pdl nella giunta comunale di Genova, Raffaella Della Bianca, per rimarcare l'importanza di chi si impegna a promuovere l'educazione e l'aggregazione sociale dei piccoli: lo ha fatto con un gesto simbolico, consegnando la Convenzione dei diritti dell'Infanzia ai rappresentanti di alcuni gruppi di volontariato attivi nelle aree periferiche della città. «Vogliamo dare attenzione alle tante realtà di volontariato della nostra città e ringraziarle per il servizio educativo che svolgono - sottolinea Della Bianca - ma soprattutto ricordare che meritano tutto il sostegno possibile da parte delle autorità».
Perché l'isolamento in cui le associazioni di volontariato operano, specialmente nelle aree alle porte di Bolzaneto, è lampante: «Ci organizziamo, e siamo abituati a crearci anche i mezzi per agire» fa sapere il capogruppo della divisione Scout Genova 100 di Rivarolo, Fabio Noli, che da due anni organizza attività per i bambini di un quartiere che lui stesso non esita a definire difficile sia morfologicamente, per la struttura della zona, sia demograficamente, perché abitato da ragazzini con condizioni famigliari complesse. Dodici educatori, appoggiandosi alla parrocchia locale, coinvolgono i bambini a partire dai cinque anni di età in incontri settimanali e nei weekend oltre che in campi estivi o invernali: il tutto senza nessun genere di finanziamento o appoggio da parte delle istituzioni.
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