«Accogliamo i feriti in ambasciata»

L’invito all’Iran a partecipare alla riunione dei ministri degli Esteri del G8 dedicata al dossier Af-Pak (Afghanistan e Pakistan), che si terrà il 26 e 27 giugno a Trieste, resta per il momento valido. Ma il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ieri ha usato toni più severi a proposito delle drammatiche vicende iraniane. Si chiede dunque alle autorità di Teheran di fermare le violenze contro i manifestanti e lo spargimento di sangue. Il governo italiano è «preoccupato e addolorato per le perdite di vite umane» e chiede a Teheran di trovare una soluzione pacifica alla crisi post-elettorale. Tuttavia «l’Italia rispetta l’Iran e la sua sovranità» e, riconoscendone un «ruolo importante» nella stabilizzazione dell’Afghanistan, Frattini auspica un suo «contributo utile» già al G8 di Trieste.
Il nostro ministro degli Esteri fa presente inoltre di aver dato istruzioni all’ambasciata italiana a Teheran di «non sottrarsi agli sforzi internazionali di assistenza umanitaria» nei confronti dei manifestanti iraniani e chiede alle autorità di Teheran di «giungere ad una soluzione pacifica della crisi, verificando con completezza ed imparzialità quale sia stata la volontà espressa dal popolo» nelle contestate elezioni presidenziali del 12 giugno. Ma in assenza di una «risposta adeguata» da Teheran sul riconteggio delle schede elettorali e sulla «gravissima repressione in corso» - avverte in una dichiarazione dai toni forti il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi -, «il governo italiano valuterà atteggiamenti di estrema fermezza anche in vista del vertice di Trieste». Sembra quindi di capire che saranno decisivi gli sviluppi della situazione a Teheran da qui a giovedì, giorno di inizio della riunione G8.
Dall’Europa giungono prese di posizioni generalmente rigorose: il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha chiesto la fine delle violenze contro i manifestanti iraniani e il riconteggio delle schede elettorali; il ministro degli Esteri francese Kouchner ricorda la necessità di proseguire il dialogo con Teheran, ma condanna «la brutale repressione delle manifestazioni», mentre il presidente Sarkozy bolla di «ingiustificabile» l’atteggiamento di Teheran.

Quanto alla Gran Bretagna, accusata di aver ordito un complotto anti-iraniano, respinge le accuse e rilancia: il ministro degli Esteri Miliband si dice «fermissimo nel sostenere che spetta al popolo iraniano scegliere il suo governo».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica