Accoltella la ex e rapisce il figlio di 2 anni

Accoltella la ex e rapisce il figlio di 2 anni

Dopo aver crivellato di coltellate l’ex convivente, ha preso il figlio di due anni, l’ha caricato a forza in auto e ha iniziato a vagare tra Milano e Bergamo. Mentre la donna, in condizioni disperate, veniva operata d’urgenza, ha guidato per cinque ore, coperto di sangue con accanto il piccolo terrorizzato. Fino a quando nel cuore della notte è stato intercettato dai carabinieri a cui si è consegnato senza opporre resistenza.
Orlando Antonio, peruviano di 30 anni, è un vero «macho» sudamericano: infatti ha una relazione fissa con una coetanea, Maria Luisa, da cui nasce un bimbo due anni fa, ma nel frattempo intrattiene varie altre relazioni sentimentali. E quando qualcuna delle donne gliene chiede conto, le bastona per bene. Come ha fatto appena un mese fa con la sua ultima amante. Una situazione che Maria Luisa non ha più sopportato chiudendo la loro storia e tornando a vivere con la sorella ventenne e la madre, al primo piano di viale Monza 111. È una donna molto comprensiva e sa benissimo che un figlio non può crescere senza padre. Così non ha mai fatto difficoltà a affidare il piccolo all’ex compagno. Come lunedì sera, quando poi puntuale, alle 22 l’uomo ha riaccompagnato il bimbo a casa. Orlando Antonio arriva, citofona e chiede a Maria Luisa di scendere a prendere il bambino. Ma quando la donna scende, sfoggiando un anellino, regalo del suo nuovo fidanzato, al focoso peruviano monta la rabbia. E senza dire una sola parola estrae un coltello a serramanico e inizia a colpire la donna. Una gragnuola di colpi, inferti all’impazzata sulle braccia protese in difesa, e sul torace. La donna scappa, lui insegue, la raggiunge e le infligge l’ultima, peggiore, coltellata alla gola. Il sangue perso indebolisce rapidamente la vittima che si accascia sulle scale.
Nel frattempo il figlio, di fronte a quella scena di inaudita ferocia, scappa per le scale e si rifugia tra le braccia della nonna e della zia. Ma dopo pochi istanti viene raggiunto dal padre. Che, sempre agitando la lama acuminata, minaccia le due donne e si fa consegnare il bambino. Quindi coperto di sangue dalla testa ai piedi, risale in auto e scompare.
Le donne lanciano subito l’allarme facendo intervenire 118 e carabinieri del Radiomobile e della compagnia Porta Monforte. Un’ambulanza porta in Fabenefratelli la donna in codice rosso, il massimo grado di pericolo. È in condizione disperate ed entra subito in sala operatoria dove inizia l’intervento d’urgenza che si conclude solo a notte fonda. Poco dopo le 6 del mattino viene emesso il primo bollettino medico: prognosi riservata ma non dovrebbe correre pericolo di vita. Insomma è stata letteralmente presa per i capelli quando sembrava ormai sembrava non ci fosse più speranza.
Nel frattempo i militari chiariscono l’episodio e raccolgono elementi sull’aggressore. Regolare in Italia, ufficialmente fa l’operaio, anche se non ha un impiego fisso e lavora solo saltuariamente e in nero. Ha dei parenti in Italia, in particolare a Bolgare, subito dopo Bergamo, dove i militari organizzano un appostamento.

E difatti è proprio qui che verso le tre del mattino lo scoprono, sempre in auto con il figlio seduto annichilito sul sedile del passeggero, gironzolare attorno a casa degli zii. Non oppone resistenza e finisce in manette.

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