Accolti 52 profughi al Parco Nord. Entro sabato l’incontro in prefettura

Anche ieri il Centro polifunzionale d’emergenza della Croce Rossa del Parco Nord è stato il «terminal» per 52 rifugiati provenienti dai centri di accoglienza del Sud Italia. In coordinamento con la Prefettura di Milano e la Protezione Civile della Regione Lombardia, i volontari e le volontarie della Croce Rossa provinciale hanno fornito assistenza ai rifugiati (di varie nazionalità asiatiche e africane tra cui dieci donne, una bambina e tre nuclei famigliari) arrivati a bordo di due pullman, rifocillandoli prima che continuassero il proprio viaggio a bordo di mezzi messi a disposizione dalla Protezione Civile verso le strutture di accoglienza dislocate su tutto il territorio lombardo.
Intanto si cerca il modo per gestire gli arrivi delle prossime settimane senza ripetere gli errori degli scorsi mesi e cioè senza convogliare i pullman in una sola località. L’incontro in prefettura è slittato ed il tavolo, a cui prenderanno parte i sindaci e i rappresentanti di tutte le province lombarde, sarà convocato nei prossimi giorni, sicuramente entro la fine della settimana. A fare da cabina di regia sarà il prefetto. La riunione sarà l’occasione per attuare le direttive del governo e per dar vita a un confronto diretto. L’obbiettivo è quello di stabilire le strategie di accoglienza per evitare casi estremi come quello del comune di Pieve Emanuele, alle porte di Milano, che si è trovato a dover ospitare oltre trecento profughi nei residence.
«Il problema - sottolinea l’assessore provinciale di Milano alla Protezione civile Stefano Bolognini - riguarda un po’ tutti, dai Comuni più grandi a quelli più piccoli. Nessuno deve sobbarcarsi da solo il peso e le difficoltà dell’accoglienza. E per evitare casi come quello di Pieve l’unica strada è la collaborazione».
Secondo Bolognini al di là del tavolo ufficiale in prefettura a cui prenderanno parte i rappresentanti delle istituzioni, serve mobilitare personale operativo: persone che si occupino delle telefonate per verificare la disponibilità di alberghi e strutture, comune per comune.

Con una ricognizione capillare sarà possibile aggiornare gli elenchi dei posti disponibili e «spalmare» gli immigrati scappati dalla guerra in ogni zona, senza far gravare l’emergenza solo sulle spalle di pochi. Ci si appoggerà in particolar modo alle strutture di accoglienza gestite dai volontari e dalle comunità onlus. In seconda battuta si farà una ricognizione dei posti letto dei centri comunali.