Accordo fra banche e imprese: mutui più leggeri, debiti sospesi

«Una bombola d’ossigeno»: è il regalo che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti avrebbe voluto portare con sé nella sede dell’Abi milanese, dove ha firmato l’accordo con le banche e le organizzazioni imprenditoriali che prevede la sospensione dei debiti verso le banche da parte delle piccole e medie imprese, la cosiddetta «moratoria». «Ragioni di opportunità e sicurezza mi hanno indotto a soprassedere - ha aggiunto il ministro - ma avrei voluto portarla per simboleggiare lo spirito dell’iniziativa, di cui il notaio siete voi, l’opinione pubblica. Oggi è una buona giornata, siamo qui tutti insieme per fare cose utili per il bene comune, che oggi è l’ossigeno per le piccole e medie imprese». L’identikit delle imprese ammesse alla moratoria richiede infatti meno di 250 dipendenti, un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro, adeguate prospettive economiche e assenza di sofferenze bancarie alla data del 30 settembre 2008.
In pratica, l’accordo prevede la sospensione per 12 mesi da parte delle aziende del pagamento della quota capitale di mutui e leasing immobiliare (6 mesi per il leasing mobiliare, ossia quello destinato alla fornitura di attrezzature, impianti e macchine), il che si traduce in rate più che dimezzate. Ad esempio, per un debito di centomila euro con tasso al 5% e durata del mutuo decennale, la rata fissa di 12.950 euro si riduce a cinquemila euro per scendere, a scalare, fino all’importo di 617 euro alla fine della corresponsione della quota interessi.
C’è inoltre la possibilità di allungare fino a nove mesi le scadenze dei debiti contratti per sostenere le esigenze di cassa (ma devono essere crediti certi ed esigibili): alla durata originaria di 180 giorni si aggiunge una dilazione di ulteriori 90 giorni, fino al termine massimo di 270 giorni. Le domande potranno essere presentate fino al 30 giugno 2010. L’obiettivo del provvedimento, Tremonti lo spiega con una metafora presa dal mondo agricolo: «Lasciare riposare la terra», ossia le imprese, perché abbiano il tempo di riprendersi in attesa che la situazione economica migliori. «Se l’accordo funziona - ha aggiunto il ministro - il governo modificherà il meccanismo fiscale» a favore delle banche interessate dalle perdite sui crediti. «Vedere moratoria - ha aggiunto ironicamente - dare sgravi fiscali, non viceversa». L’iniziativa è stata commentata con soddisfazione dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha parlato di «un accordo buono, ora è importante che si concretizzi». «È importante - ha aggiunto - che quando un imprenditore a settembre andrà presso gli sportelli bancari, questa moratoria ci sia veramente e concretamente. Ci sarà anche un monitoraggio che faremo tutti insieme. Questo è uno strumento vero a supporto delle imprese che ora stanno soffrendo. Il tema della liquidità e del credito rimane una priorità assoluta in un momento di congiuntura difficile» anche se «qualche piccolissimo segnale di miglioramento c’è, ma avremo ancora davanti dei mesi molto difficili. Ci sarà un probabile impatto sull’occupazione».
Secondo il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, si tratta di «un anello che dovrà chiudere una catena di sostegno alle imprese. L’Abi ha ritenuto di dover fare questo sforzo ulteriore. Per le imprese il mancato pagamento delle quote di capitale dei mutui può rappresentare una boccata d’ossigeno e rendere non necessario erogare altri finanziamenti, che comunque rimangono disponibili». Soddisfatti anche i presidenti delle confederazioni dell’artigianato e del commercio: Giacomo Basso (Casartigiani), Giorgio Guerrini (Confartigianato), Ivan Malavasi (Cna), Carlo Sangalli (Confcommercio) e Marco Venturi (Confesercenti). Il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, parla di «un altro tassello nel quadro complessivo di interventi per aiutare il sistema imprenditoriale ad affrontare la grave crisi in atto».

Per Confagricoltura infine «si tratta di un’iniziativa che non vuole essere la risposta ai gravi problemi di ordine finanziario di molte imprese, ma è di certo da considerare un importante e concreto segnale da parte del mondo bancario nei confronti delle pmi».

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