Diplomazia italiana ancora protagonista sulla delicata questione georgiana. Il premier Silvio Berlusconi ha riattivato ieri il suo «canale privilegiato» con Vladimir Putin e in una lunga telefonata gli ha espresso «il forte auspicio dell’Italia» che la Russia rispetti i patti sottoscritti dopo la mediazione di Nicolas Sarkozy. Domani il presidente francese, nella sua veste di presidente di turno dell’Unione Europea, tornerà a Mosca per incontrare il collega russo Dmitry Medvedev e porterà con sé le proposte concordate nella due giorni informale di Avignone dai ministri degli Esteri dei Ventisette. Il capo della diplomazia di Parigi Bernard Kouchner ha detto che al Cremlino Sarkozy chiederà di «onorare la firma» apposta sull’accordo di pace in sei punti: «solo due dei quali, forse due e mezzo sono stati attuati», come ha detto lo stesso Kouchner.
Mentre Berlusconi era al telefono con «l’amico Vladimir», che gli ha ribadito la disponibilità a ritirare le forze russe dalla «zona cuscinetto» in Georgia contestualmente all’arrivo della forza di polizia europea, ad Avignone il ministro degli Esteri Franco Frattini annunciava per l’appunto il raggiungimento di un accordo politico per una missione europea di polizia civile, che sarà dispiegata dapprima in territorio georgiano e successivamente nella «zona temporanea di sicurezza» tra la Georgia e il confine dell’Ossezia del Sud, attualmente presidiata dai russi che dovranno abbandonarla.
La missione europea sarà deliberata formalmente lunedì 15 e l’operatività è prevista per la fine del mese. Sarà parallela - e quindi distinta, anche se vi collaborerà - a quella già attiva dell’Osce e conterà su 150-200 unità. L’Italia vi contribuirà con 15-20 uomini, che dovrebbero essere in prevalenza carabinieri.
Il nostro governo è stato tra i primi a sostenere la necessità di inviare nel Caucaso una forza di polizia europea, a titolo di assunzione diretta di responsabilità. L’accordo politico raggiunto in tal senso ad Avignone ha soddisfatto Frattini, che ha sottolineato l’importanza del ruolo dell’Ue nella soluzione della crisi georgiana. Per il ministro degli Esteri non la si può risolvere «senza gli Stati Uniti, ma ancor meno senza l’Europa. Abbiamo dimostrato con l’unità dei 27 capi di governo che la tesi italiana, che è anche quella francese e tedesca, è di un equilibrio che pone l’accento sulla fermezza ma anche sulla volontà di collaborazione. Con la Russia si possono forse raggiungere i risultati».
Ad Avignone è stato anche concordato di lanciare al più presto possibile un’inchiesta internazionale indipendente per fare piena luce sulle cause del conflitto tra Russia e Georgia. Non è stato tuttavia chiarito chi dovrà condurre l’indagine: è possibile che alla fine ciò avvenga in ambito Onu.
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