Roma«Abbiamo siglato un grande accordo, importante per tutto il Paese. E pure innovativo, perché per la prima volta si mette insieme una strategia comune di questa portata».
Cè voluto però un mese di trattative serrate.
«Già, non è stato facile, davvero. E ci sono stati molti momenti difficili».
Ministro Raffaele Fitto, quando ha capito che era fatta?
«Ieri notte (giovedì per chi legge, ndr), alluna, quando i nostri collaboratori stampavano le ultime parti dellintesa. Daltronde, ci siamo confrontati a lungo per raggiungere un obiettivo molto complesso. E per la prima volta si mettono insieme risorse nazionali con quelle del Fondo sociale europeo, così come le politiche di sostegno al reddito in capo alle Regioni».
Alla fine, tutti contenti?
«Abbiamo lavorato tutti nella stessa direzione, per dare le necessarie risposte a quei lavoratori che si troveranno magari senza occupazione. E grazie al senso di responsabilità e allo spirito costruttivo con cui le Regioni si sono sedute al tavolo, abbiamo creato una fondamentale rete di sostegno».
Non bisogna dire grazie soprattutto ai governatori di centrosinistra, che avrebbero potuto mettervi i bastoni tra le ruote?
«Le Regioni hanno esposto giustamente le loro richieste. E riconosco che sia nel centrodestra che nel centrosinistra vi è stato un grande spirito istituzionale, trasversale. Con la consapevolezza comune del momento negativo».
Si è a lungo commentata la «preoccupazione» del premier verso una crisi «indefinita». È la prima volta...
«In realtà non ci vedo nulla di strano».
In che senso?
«Siamo tutti consapevoli della situazione molto difficile che stiamo vivendo. E lo testimonia lazione del governo, che si è subito attivato per contrastare il momento non certo positivo. Detto questo, però, lottimismo deve rimanere e la grave crisi non ci deve portare a guardare tutto con pessimismo».
Giovedì notte, intanto, avete messo a punto un piano biennale di 8 miliardi di euro sugli ammortizzatori sociali.
«Già, una cifra potenziale rilevante».
Potenziale?
«Gli 8 miliardi sono a disposizione, così come stabilito. Ma ci auguriamo che non vengano utilizzati in maniera totale. In quel caso, infatti, vorrà dire che la crisi sarà gravissima».
Poche ore dopo il via libera delle Regioni, la Cgil è scesa in piazza per protestare contro il governo.
«Cè qualche nota stonata».
Cosa intende dire?
«Non capisco chi porta avanti posizioni preconcette. Anche perché il tavolo sugli ammortizzatori era stato concordato con le parti sociali».
Sì, ma come commenta lo sciopero?
«Dico che non serve al Paese. Dico che è assolutamente immotivato e inopportuno».
Cè chi fa notare come lintesa sia stata raggiunta proprio nella notte precedente alla manifestazione di Fiom e Fp. Una coincidenza?
«Assolutamente sì. Ho lavorato a lungo per chiudere laccordo anche prima».
In tutti i casi, un modello di concertazione da esportare?
«Sì, può rappresentare un metodo di lavoro anche per il futuro. Magari potrà essere utilizzato già nelle prossime settimane per sbloccare i contenziosi sul piano casa. E comunque, ogni volta che servono scelte condivise».
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, giudica laccordo un fatto «estremamente positivo». Ma allo stesso tempo chiede di convocare le parti sociali per un tavolo a sostegno delle imprese.
«Guardi, andrebbe comunque sottolineato un aspetto fondamentale».
Quale?
«Laccordo siglato prevede altri due punti molto importanti. Innanzitutto, entro 15 giorni si riunirà il Cipe per sbloccare i fondi del Fas (Fondo aree sottoutilizzate, ndr) e avviare il programma infrastrutturale.
Insomma, un bel lavoro, secondo Giulio Tremonti, che ha elogiata in pubblico la sua «capacità politica». Non capita spesso.
«Be, lo ringrazio. E non può che farmi piacere...».
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