Roma - «È la mia campagna elettorale», ha ironizzato Giulio Tremonti commentando il via libera definitivo al decreto sviluppo, arrivato al traguardo ieri con la firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il ministro dell’Economia non intendeva dire che il decreto del governo per rilanciare l’economia del Paese è un provvedimento elettorale. Anche perché sul capitolo bersagliato dalle critiche più aspre, quello che riguarda le concessioni delle spiagge, negli ultimi giorni sono stati introdotti cambiamenti di sostanza che hanno accontentato più le opposizioni del governo.
Le concessioni saranno stabilite con asta nel 2015 e la durata è stata tagliata drasticamente, da 90 anni a 20. «Riformulazione voluta dal presidente della Repubblica», ha rivelato il ministro del Turismo Vittoria Brambilla, che però preferiva la precedente versione e non esclude emendamenti quando si tratterà di convertire il decreto.
Il governo, a partire dal premier Silvio Berlusconi, quando pensa al decreto sviluppo, ha un altro capitolo in mente, il credito di imposta per i nuovi occupati al Sud.
Chi assumerà un «lavoratore svantaggiato» (over 50, disoccupati di lungo corso e altri) avrà diritto a un credito con il fisco pari al 50 per cento dei costi salariali sostenuti per un periodo che va da 12 a 24 mesi successivi all’assunzione. Il governo ha calcolato quanti nuovi posti di lavoro porterà: 42.300, tradotto in stipendi: 817milioni di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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