Si svolgerà il 12 giugno 2006 la prima udienza del processo a carico di Oriana Fallaci. La giornalista-scrittrice dovrà rispondere del reato di vilipendio alla religione islamica, per alcune frasi contenute nel libro «La forza della ragione». Nel frattempo il ministro della giustizia Roberto Castelli annuncia che «in seguito ai gravi fatti legati al rinvio a giudizio di Oriana Fallaci il Parlamento ha deciso riprendere in maniera decisa la riforma dei reati di opinione».
Ad accusare la giornalista era stato il presidente dellAssociazione musulmani dItalia, Adel Smith. Il pubblico ministero in un primo momento aveva chiesto larchiviazione del caso, ma il gip Armando Grasso aveva scelto la strada della citazione a giudizio con imputazione coatta. La giornalista, appresa la notizia, aveva dichiarato pubblicamente che non si sarebbe presentata al processo.
E ieri il ministro Castelli, al termine del Consiglio Ue Giustizia e Affari interni a Bruxelles ha affermato di aver fatto presente l«impossibilità italiana ad andare avanti sulla direttiva contro il razzismo in seguito al rinvio a giudizio di Oriana Fallaci per xenofobia».
«Il Parlamento italiano intende riprendere in mano i reati di opinione», ha spiegato Castelli motivando la non disponibilità dellItalia a ratificare la direttiva europea sul razzismo e la xenofobia. «Il Consiglio ne ha preso atto - ha concluso il ministro - e anche altri Paesi hanno manifestato alcune perplessità».
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