È unodissea lunga diciotto mesi quella che emerge dalla relazione inviata dalla Soprintendenza per i Beni archeologici capitolina al ministero per i Beni culturali. Tanto infatti sono durati gli scavi preliminari nelle stazioni centrali (tratte T2 e T3, da piazza Pasquale Paoli a via Sannio) della metro C. Con il documento la Sar prende atto dellesito negativo delle indagini e rimette «al superiore ministero - si legge a pagina 4 - la richiesta di autorizzazione al proseguimento delle opere». Un vero e proprio «non possumus», come lha definito ieri Carlo Ripa di Meana. Allinterno si asserisce che «le indagini preliminari, pur nella loro limitatezza, hanno posto in luce una porzione del tessuto archeologico eccezionalmente denso e articolato della città storica». Stabilendo il valore inestimabile di questo patrimonio, la Soprintendenza esamina quindi i danni che lapertura dei cantieri provocherebbe e, soprattutto, conclude negando le due autorizzazioni definitive che la società concessionaria Roma Metropolitane attende per proseguire i lavori in due tratte: quella che va da Colosseo a via Sannio, e quella che va da Colosseo a piazza Enrico Paoli.
Mentre per la prima la Sar afferma che la realizzazione del progetto definitivo - da avviare tra fine 2008 e inizio 2009 - porterà «alla inevitabile distruzione di ampie porzioni del tessuto archeologico della città antica», per la tratta del centro storico il quadro è ancora peggiore. Basti pensare che solo per continuare i sondaggi sarebbe necessario costruire delle paratie che da sole metterebbero «unevidente ipoteca sulla realizzazione delle stazioni». Più avanti si legge: «A fronte delle esigenze di tutela espresse da questo Ufficio alla società Roma Metropolitane, alcune opere sono state soppresse, come la prevista stazione Argentina, o già delocalizzate e/o ridimensionate. Allo stato attuale, causa lalta densità edilizia, anche monumentale, presente in Campo Marzio, in particolare per le stazioni Chiesa Nuova e Paoli, non esistono margini apprezzabili di eventuale ubicazione alternativa alle aree prescelte». O si fanno dove sono previste o niente, spiega in sostanza la Sar. Del resto la migliore testimonianza delle difficoltà sta proprio nellimportanza dei reperti rinvenuti: il cenotafio di Agricola e leuripo in via Sora e piazza Sforza Cesarini; la ricca domus di epoca tardo-antica in via Cesare Battisti, vicino piazza Venezia dove (oltre alla famosa vetreria del 700) cè anche una falda acquifera a pochi metri di profondità.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.