Acea, bene in Borsa ma utenze nel caos

Nove strutture sanitarie della città si sono unite

(...) Erano le ore 21 di venerdì e fortunatamente non ci sono stati feriti. Lo stress e la demotivazione crescono.
Il risultato di tutto ciò: il risparmio di 5,4 milioni di euro sul costo del personale, ma innumerevoli disagi alla cittadinanza, danni gravissimi all’immagine e alle casse dell’Acea (perdita secca di migliaia di euro d’incentivi, erogati dall’Authority dell’Energia nel caso si registri il miglioramento d’efficienza dei servizi, e poi l’esborso per multe comminate dalla stessa Amministrazione comunale per il mancato rispetto del contratto di servizio, e poi sanzioni dal Tribunale e dalle Asl); “precarizzazione spinta” nei call-center, con il passaggio dell’appalto da una società all’altra.
Il Presidente Fabiani rivendica i successi in Borsa, ma il giudizio dell’Agenzia comunale, le proteste dei cittadini-utenti e gli interventi dell’Autorità dell’Energia nazionale non vanno nascosti perché l’amministrazione comunale incassa il dividendo (53 milioni di euro) dall’Acea. I ritorni degli investimenti e il piano industriale non sono noti ai piccoli azionisti, mentre i debiti e le alienazioni “strumentali” (vendita della sede e del Cedet) sono ufficiali.


Bisognerebbe fare tesoro delle brutte esperienze passate: telefonia, Acquedotti Genovesi, operazione VoiNoi, ricapitalizzazioni (interne al gruppo) e cessioni-controllate estere e dei gravi danni all’immagine delle “bollette pazze”, oltreché del drammatico epilogo della gestione dell’illuminazione pubblica a Napoli. Una maggiore attenzione su come viene gestita l’azienda certamente non guasterebbe.
Presidente dell’Apa-Acea
Assoc. Piccoli Azionisti

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