da Milano
Acea apre una nuova guerra dellenergia contro Edf, accusata di aver superato il tetto del 30% per la partecipazione di società a controllo pubblico nel capitale delle cosiddette «genco», le società di produzione privatizzate dallEnel. La società romana ha reso noto di aver presentato il 15 marzo un esposto a governo, Autorità per l'energia e Antitrust chiedendo di valutare la presenza dei francesi nella più grande tra le società privatizzate, Edipower.
La vicenda affonda le sue radici nel 2000, quando Enel dovette cedere una buona fetta della propria capacità di generare energia elettrica e venne stabilito un vincolo (del 30% appunto) per la partecipazione di società pubbliche nei tre nuovi gruppi che si venivano a creare. «Nel corso del tempo, però», ha spiegato il presidente di Acea Fabiano Fabiani in una conferenza stampa al termine dellassemblea della società, «una società pubblica, Edf, con l'acquisizione di Edison, si è trovata in violazione di questa norma».
Nel novembre del 2005 Edf ha lanciato unOpa sulla capitale di Edison che lha portata, insieme allalleata Aem a detenere oltre il 70% della società, che a sua volta controlla Edipower. Tramontata l'ipotesi di una sanatoria, «resta - ha continuato Fabiani - una situazione illegittima, che ci danneggia». Acea, infatti, (che appartiene per il 51% al Comune di Roma) ha dovuto limitare la propria partecipazione in unaltra «genco», Tirreno Power, al 15%. «Per crescere - ha spiegato lamministratore delegato di Acea Mangoni - abbiamo lanciato un programma di investimenti in impianti che sarà completato a metà 2007. Avremmo potuto evitare queste spese acquisendo una quota maggiore di Tirreno Power, ma questo non è stato possibile». I vertici di Acea non hanno escluso nemmeno di chiedere un risarcimento danni».
Acea si è anche candidata a rilevare gli asset che Enel dovrebbe cedere in Italia in caso di Opa su Suez (quelli di Electrabel).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.