Acelor, no all’Opa indiana: «È apertamente ostile»

Alberto Toscano

da Parigi

I diciotto membri del cda del gruppo siderurgico Arcelor si sono riuniti ieri a Lussemburgo per respingere ufficialmente l’offerta pubblica d’acquisto formulata la scorsa settimana dal gigante indiano del settore Mittal Steel. In questa occasione il sindacalista John Castagnaro, che rappresenta nel cda i dipendenti lussemburghesi del gruppo, si è pronunciato in modo particolarmente duro nei confronti dell’iniziativa asiatica, da lui definita come «un pericolo per l’occupazione negli stabilimenti che Arcelor possiede in Francia e nel Benelux».
Il governo lussemburghese, che controlla il 5,6% del capitale Arcelor e che dispone di due rappresentanti nel cda di questa società francese, ha espresso dal canto suo «viva preoccupazione» per l’iniziativa di Mittal Steel. Sia le autorità francesi, sia quelle del Granducato intendono utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per far fallire un’Opa che viene definita «apertamente ostile». A Parigi il quotidiano Le Monde utilizza a sua volta espressioni preoccupate a proposito dell’iniziativa del gruppo indiano, che potrebbe - in prospettiva - provocare l’ulteriore riduzione dei posti di lavoro nella siderurgia francese. Tutta la stampa transalpina è unanime nel rilevare come questo settore sia già stato oggetto di una drastica riduzione nel numero dei suoi salariati e come l’attuale processo di mondializzazione sia suscettibile di provocare un’ulteriore crisi sociale.


La notizia del rifiuto dell’Opa da parte del cda di Arcelor era certamente prevista, ma il contesto di netta chiusura in cui essa è stata resa di pubblico dominio - con espressioni che sembrano dimostrare l’esistenza di un clima allarmatissimo in Francia e nel Benelux - costituisce una sorta di «linea Maginot» di fronte all’attacco dei capitali indiani. Resta da capire se questa «Maginot finanziaria» sarà più solida di quella che non resistette all’invasione tedesca del 1940.

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