Venezia - Ai capricci dello scirocco che ha soffiato su Venezia un’alta marea da record, 1,56 metri, roba che capita una volta ogni vent’anni, si è aggiunta la genialità del sindacato Rdb-Cub, che invece di scioperi ne dichiara uno ogni trenta minuti. E così, mentre i veneziani giravano inzuppati nell’acqua, i sindacati di base festeggiavano la mattinata orribile con uno sciopero dei trasporti, che a Venezia vuol dire vaporetti.
Non che da queste parti non siano abituati alle bizze della marea, ma andare sotto di un metro e 56 e rimanere bloccati, o quasi, a causa dell’astensione dal lavoro del 63 per cento del personale del primo turno (i dati sono stati diffusi dall’azienda dei trasporti veneziana, l’Actv), è qualcosa che ha a che fare col delirio. Ecco, sì, ieri Venezia era in preda a una sorta di delirio collettivo, che alla fine, paradossalmente, è stato utile per superare quelle tragiche ore della mattina in cui è capitato di tutto. Dalla sposina di Chioggia che ha rischiato di mandare a monte il matrimonio, fissato per mezzogiorno in municipio, puntualmente allagato, e che si è presentata appena in tempo con un’imbarcazione di fortuna, agli studenti del liceo Foscarini che si sono mobilitati per salvare i preziosi strumenti conservati al museo di fisica Traversi. Fino alla spiacevole visita delle acque nella cripta della Basilica di San Marco, che teoricamente dovrebbe avere un sistema di protezione che, evidentemente, non ha retto.
Giornata da tregenda, insomma, per questa meravigliosa città di sommersi. I più inviperiti, al solito, i commercianti, quelli che hanno le vetrine al piano terra e che si sono visti affogare vestiti, mobili e quant’altro. Danni difficili da quantificare, ma sicuramente ingenti. Il sindaco Massimo Cacciari ha ringraziato il ministro Bondi, che aveva offerto l’aiuto della Protezione civile, ma ha cercato di minimizzare. «È stata una marea eccezionale, la quarta in assoluto nell’ultimo secolo - ha rilevato - ma ha fatto solo dei danni, che quantificheremo nei prossimi giorni. Non ci sono stati né morti né feriti, e nessun palazzo è crollato a terra, cose che giustificherebbero lo stato di calamità».
Di diverso avviso il presidente della Provincia, Davide Zoggia, che ha chiesto lo stato di emergenza per i comuni del Veneto orientale. Inevitabili le polemiche sul Mose, l’opera che, se fosse già attiva, avrebbe evitato l’allagamento. Per Cacciari, da sempre scettico sulla diga mobile, «il Mose ci salverà una volta ogni 23 anni, visto che l’ultima acqua alta di questa portata è stata nel 1986». Per Giorgio Orsoni, primo procuratore della Basilica di San Marco, «qualcuno dovrebbe riflettere sull’opposizione che è stata fatta al Mose e in qualche modo anche vergognarsi».
Parole, da un versante e dall’altro, che i veneziani ascoltano dalla notte dei tempi e che ieri non hanno avuto tempo di risentire, occupati com’erano a trovare un modo per muoversi in questa
città di fantasmi. Dopo le 13, con la marea in discesa, il sindacato ha annunciato la sospensione dello sciopero. Irriferibili i commenti dei veneziani che, con quegli stivaloni ascellari, sembravano marziani incavolati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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