da Milano
È singolare che una società deliberi un aumento di capitale e che, parallelamente, il titolo simpenni in Borsa. In genere è il contrario, perchè le richieste di denaro scontentano gli azionisti. Il caso di Actelios è uneccezione di rilievo: lassemblea ha affidato ieri una delega al consiglio di amministrazione per effettuare un aumento per un massimo di 300 milioni di euro, in parte in azioni (anche con warrant) e parte in obbligazioni convertibili, in un arco di tempo di cinque anni; e il titolo è stato oggetto di una pressione di acquisti tale da provocare unimpennata del prezzo (ha chiuso a 9,95 euro, più 13,3%, record della seduta), interrotta da una sospensione per eccesso di rialzo.
Evidentemente la società, controllata al 64% dal gruppo Falck, dà fiducia, e il fatto che laumento sia diluito nel tempo non spaventa. Actelios, attiva nel campo delle energie rinnovabili, ha in essere un importante programma di sviluppo, con progetti per 1.000 megawatt, e la ricapitalizzazione ha come obiettivo proprio il sostegno di questi piani. Anche i conti vanno bene: i dati diffusi a luglio, relativi al secondo trimestre, mostrano un margine lordo a 8,45 milioni di euro, in aumento rispetto ai 5,31 di un anno fa, con ricavi in crescita a 18,54 milioni da 16,96. Nel 2004 Actelios ha chiuso il bilancio con un fatturato di 69,5 milioni di euro, un margine operativo lordo di 23,4 milioni e un utile di 1,6 milioni.
Actelios non è nuova agli «strappi» in Borsa: due mesi fa nuovi contratti per la fornitura di tre termovalorizzatori in Sicilia, del valore di 500 milioni, erano stati salutati a con un rialzo del 10% e un report di Unicredit Banca Mobiliare che raccomandava «buy», con target a 11 euro. La motivazione data allora dagli analisti vale anche oggi: in un momento in cui il prezzo del petrolio è molto elevato, le energie rinnovabili possono avere ulteriori potenzialità di business. Collocata a Piazza Affari nel 2002, la società subito dopo la quotazione era schizzata da 1,84 a 8,9 euro, poi si era stabilizzata, navigando fra i 6 e i 7 euro.
Ieri, a margine dellassemblea, Federico Falck, presidente della holding di controllo, ha fatto riferimento alle principali partecipazioni finanziarie nel portafoglio del gruppo, Unicredit, Mediobanca e Banca Intesa: ha precisato che non sono stati decisi i tempi per la cessione delle quote, sottolineando che «sono funzionali ai piani di sviluppo del gruppo» nel business dell'energia da fonti rinnovabili.
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