Temevano che Luigi Frati, prorettore de «La Sapienza» e preside della facoltà di Medicina, avesse intenzione di dare il via libera allo sgombero del vecchio Regina Elena. E la novità non è piaciuta ai membri di Action, i quali non si sono fatti sfuggire loccasione per ribadire che lo stabile abbandonato su via Regina Elena - un tempo sede dellistituto dei tumori, dal 2007 occupato da 300 famiglie senza un tetto e destinato ad ospitare il reparto di ematologia di Franco Mandelli - non si tocca.
Per questo, ieri mattina, una delegazione del movimento per il diritto alla casa ha occupato per due ore, dalle 11 alle 13, lufficio di Frati. Operazione sospesa dopo aver ricevuto le dovute rassicurazioni: «Frati ci ha detto che non ha chiesto né chiederà lo sgombero della struttura e di aver inviato privatamente una lettera allassessore Claudio Minelli per trovare una soluzione abitativa alle famiglie che vivono al Regina Elena - spiega Bartolo Mancuso, di Action - e noi ci siamo ritenuti soddisfatti di questo impegno e abbiamo tolto loccupazione». Lintenzione di mandar via gli occupanti una volta eletto in Campidoglio, era stata chiaramente espressa due giorni fa da Fernando Aiuti, capolista al Comune per il Pdl, e poi ribadita dalleurodeputato Alfredo Antoniozzi, candidato a palazzo Valentini, parlando delle esigenze del territorio e dei romani per leccellenza medica.
Per Bartolo gli occupanti hanno tutto il diritto di rimanere nellex struttura ospedaliera. «Nonostante il demanio abbia assegnato in usufrutto il complesso del Regina Elena alla Sapienza per realizzarvi strutture ospedaliere e la Regione abbia stanziato a questo fine cento milioni di euro - sostiene lesponente di Action - di fatto esse non sono mai state realizzate. Su un quotidiano eravamo accusati di essere noi il problema del Regina Elena, i senza casa che impediscono la costruzione dellospedale, ma le famiglie hanno occupato il Regina Elena che era vuoto da sei anni». I membri di Action hanno poi ribadito che «i senza casa rimarranno finché non verranno individuate per loro soluzioni alternative».
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