da Roma
Settevoci, Il poeta e il contadino, Drive in e, negli ultimi anni, La corrida (2002) e Colorado café (2006): sono solo alcuni dei successi televisivi, di cui ha firmato la regia, prima alla Rai e poi a Mediaset, Beppe Recchia, morto ieri a Milano, dopo una lunga malattia. Ezio Greggio si è detto «addolorato» per la scomparsa di Beppe Recchia «e il mio ricordo non può che andare indietro negli anni. Con lui se ne va un amico con cui ho condiviso momenti indimenticabili della nostra tv». Recchia, nato a Piacenza nel 1934, entra in Rai nel 1960. È autore e regista di numerose trasmissioni di successo, come E noi qui (1965), condotto da Giorgio Gaber e Otello Profazio, Settevoci con Pippo Baudo, Il buono e il cattivo e Il poeta e il contadino, entrambi con Cochi e Renato, Ah lamore con Sandra Mondaini e Franca Valeri (1972), Canzonissima (75-76).
A metà anni 70, pur continuando a collaborare con la Rai, Recchia lavora anche per Telebiella e TeleAltomilanese. La proliferazione delle reti private ispira nel 1976 un programma satirico di Raidue, sempre per la regia di Recchia: è Onda libera, dove star dellinesistente Televacca, tv privata ambientata in una stalla, è un giovanissimo Roberto Benigni. Beppe Recchia viene poi chiamato da Enzo Tortora per la regia di Portobello (1978/1981), è quindi per Io e tu (1978) con Vittorio Caprioli e Walter Chiari.
Nel 1984 Recchia passa alla Fininvest e dirige Drive in (1984-1986), che inaugura il sodalizio con Antonio Ricci (Striscia la notizia), firma decine di trasmissioni, come Odiens (1988), Emilio (1989), Buona domenica (1991-1995), La grande sfida (1992-1993), Scherzi a parte (1993), Ciao Darwin (1999), Beato fra le donne (2000), La corrida (2002), fino a Colorado Café Live (2006).
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