Cè unItalia che lavora, che si danna lanima, che produce. E cè unaltra Italia che va in tuttaltra direzione, che sciopera contro accordi sindacali già sottoscritti e condivisi dalla maggioranza degli addetti ai lavori (si legga Pomigliano): è lItalia del tanto peggio tanto meglio. Tuttavia, dopo la grande crisi e una convalescenza altrettanto complicata, i dati Istat sono uniniezione di ottimismo.
In aprile, infatti, gli ordinativi registrano un aumento del 20,6% (dato grezzo) rispetto allo stesso mese del 2009, e un significativo rialzo del 4,7% su marzo. Per lIstat, che ieri ha diffuso i dati, si tratta di crescita record dal 2006. Questo significa che nei mesi a venire ci sarà più lavoro, più produzione, meno cassa integrazione, più ossigeno per le aziende. In altre parole: ripresa vera.
A livello tendenziale gli ordinativi hanno registrato un aumento del 15,4% sul mercato italiano e del 31,6% su quello estero, mentre su base congiunturale gli ordini nazionali hanno segnato una crescita del 4,8% e quelli esteri del 4,4%. Nel confronto degli ultimi tre mesi (febbraio-aprile) con i tre mesi immediatamente precedenti (novembre-gennaio) lincremento è stato pari all1,9%. Nei settori di attività economica, gli incrementi più rilevanti hanno riguardato, secondo lIstat, la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+48,3%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+42,1%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+31,6%).
«La crescita record degli ordinativi in aprile - è il commento del vice ministro allo Sviluppo economico con delega al Commercio estero, Adolfo Urso - è un ottimo segnale. Nei prossimi mesi aumenterà sensibilmente la produttività, condizione determinata soprattutto dalla ripresa delle nostre esportazioni che ormai crescono a doppia cifra. La macchina Italia - ha aggiunto - ha ripreso a correre meglio di altre realtà europee. Le nostre imprese, nel tempo, hanno saputo trovare nuovi mercati di crescita e soddisfare le esigenze dei nuovi consumatori».
Cauta soddisfazione da parte di Confindustria. Che, a differenza di Urso, parla di «risveglio del mercato interno». Secondo il presidente, Emma Marcegaglia, infatti, il dato «è buono, consolida limpressione di un miglioramento soprattutto dal lato dellindustria manifatturiera. Ma bisognerà capire quanto durerà».
A margine dellassemblea degli industriali di Cremona, la Marcegaglia, tuttavia, sì è soffermata anche sul tema attualissimo della cosiddetta libertà dimpresa: «È un fatto positivo - ha aggiunto - ridurre la burocrazia per riprendere a crescere: le attuali proposte vanno bene, ma nel frattempo lavoriamo per fare le semplificazioni che si possono introdurre a Costituzione invariata.
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