Addio a Giorgio Armani, il re della moda

Lo stilista, simbolo in tutto il mondo della moda italiana, si è spento all'età di 91 anni. La camera ardente il 6 settembre. I funerali, per sua volontà, si svolgeranno in forma privata. Sala: "A Milano lutto cittadino"

Addio a Giorgio Armani, il re della moda

“L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”. Lo ripeteva spesso Giorgio Armani, uno degli stilisti più amati del mondo, che è morto oggi a 91 anni lasciando un vuoto incolmabile tra gli amanti della moda. La camera ardente sarà aperta al pubblico da sabato 6 settembre a domenica 7 settembre presso l'Armani/Teatro di Milano, mentre i funerali si svolgeranno lunedì in forma privata. Per quel giorno il sindaco Giuseppe Sala ha proclamato il lutto cittadino.

L'infanzia di Giorgio Armani

Nato a Piacenza nel 1934, Armani proveniva da una famiglia di umili origini. Il padre Ugo di origini armene e italiane, era un impiegato che morì a soli 50 anni, mentre la madre faceva la casalinga. Lei “che pure era rimasta orfana presto e aveva dovuto fare da madre a tanti fratelli, veniva da una famiglia di mobilieri che a Piacenza aveva avuto un certo tono”, aveva raccontato Armani, ricordando gli anni del Ventennio. “Durante la guerra ci cuciva vestitini di tessuto militare, tutti uguali, ma tanto decorosi da suscitare l’invidia dei nostri compagni di scuola. Comunque io – disse una volta facendo una disamina stilistica delle uniformi fasciste - mi sentivo molto elegante anche nella divisa di figlio della lupa, che aveva una specie di bandoliera bianca rigida e una grande M nera laccata. Non mi piaceva invece quella da balilla, troppo anonima”. Armani, all’età di 9 anni, è vittima dell’esplosione di una bomba fumogena innescata per gioco dai suoi amici e rimane 40 giorni all’ospedale con la pelle ustionata dalla testa ai piedi. Due anni più tardi, invece, resta turbato dall’arresto di suo padre, incarcerato per 8 mesi in quanto ex impiegato amministrativo della Federazione del Fascio. Dopo essere uscito di galera, il padre decide di trasferirsi, insieme a tutta la famiglia, da Piacenza a Milano e Giorgio, ormai 16 enne, vive il trasloco come uno choc. “Intanto non vivevamo in centro ma a Porta Ticinese. E poi Piacenza, la provincia, significava un piccolo mondo nel quale noi vivevamo tranquilli e protetti. Belle case marrone, scure sotto la neve. Reminiscenze ottocentesche legate ai nonni. E poi lasciare la natura, la campagna, l’odore del fieno, delle aie”, confesserà.

Gli esordi nella moda e la relazione con Sergio Galeotti

Dopo un’altra esperienza traumatica, come quella del servizio militare, Armani decide di iscriversi in Medicina ma non concluderà mai gli studi universitari. A metà anni ’60 inizia a lavorare alla Rinascente, prima come assistente per le vetrine e, poi, in qualità di responsabile di una boutique. A quasi 30 anni va a lavorare per il designer Nino Cerruti finché nel 1966 incontra Sergio Galeotti, l’uomo che cambierà la sua vita e con cui, nel ’75, fonderà la Giorgio Armani Spa."Tutto quello che ho fatto nel lavoro l'ho fatto per Sergio. E Sergio ha fatto tutto per me", dirà confessando di aver avuto una storia con lui."Amore è un termine troppo riduttivo. Era una grande complicità, nei confronti della vita e del resto del mondo". È nel 1982, con la copertina di Time, che per Armani arriva la definitiva consacrazione ma, appena tre anni dopo, la scomparsa di Galeotti, morto di Aids, sconvolge la sua vita. Il giorno dopo la sua morte, Armani dirà:"Senza Sergio probabilmente non saremmo qui. Fin dall'inizio si è dimostrato un talent scout eccezionale. Di Sergio oltre l'immaginazione, la grinta, il coraggio e la fantasia, mi hanno sempre colpito la straordinaria pulizia interna, il rigore, l'onestà, il fascino e il rispetto per gli altri".

Negli anni '80 arriva la definitiva consacrazione

Se la vita privata è fonte di grande dolore, quella professionale porta con sé grandi soddisfazioni. Negli ’80, lo stilista italiano sbarca sul mercato giapponese ed entra nel mondo del cinema quando Richard Gere, in American Gigolò, usa la sua famosa giacca destrutturata. Armani la definisce come una sorta di “seconda pelle” e spiega: “Grazie anche alla ricerca sui materiali, è diventata una giacca che si fa tutt’uno con chi la indossa”. Nel 1981 apre a Milano il primo Emporio Armani, la linea d’abbigliamento per giovani a prezzi contenuti. I critici lo considerano un errore “ma – spiegherà - i miei jeans con l’aquilotto divennero un simbolo di appartenenza. Il prezzo era adeguato e così la mania dell’Emporio prese subito piede”. Per quanto riguarda la moda femminile, invece, Armani sceglie la “strada del togliere anziché aggiungere” e aggiunge: “Sono ritenuto lo stilista della donna dei colori spenti e polverosi, ignorando quanto vario sia stato il mio operato e la diversità delle mie collezioni. C’è chi pensa che non ci sia spazio per un Armani scintillante, esotico, onirico, eccentrico. Invece quell’Armani esiste e ha un suo pubblico”. Nel 1983 il Council of Fashion Designers of America lo "elegge" Stilista internazionale dell'anno", mentre due anni dopo diventa commendatore della Repubblica nel 1985 e nel 1987 viene nominato Gran Cavaliere. Nel 1991, invece, il Royal College of Art di Londra gli conferisce la laurea honoris causa.

Gli ultimi anni di vita di Armani

Negli anni ’90 e 2000 Armani continua a vestire i grandi attori del cinema mondiale come Christian Bale nel ruolo di Bruce Wayne e Leonardo Di Caprio nel film The Wolf of Wall Street. Nel triennio 2007-2010 ingaggia il campione David Beckham per pubblicizzare la linea di intimo di Emporio. Nel 2000 il Guggenheim Museum di New York gli tributa una retrospettiva, mentre nel 2006 esce la biografia scritta dalla giornalista Renata Molho. A novembre 2007 a Tokyo viene inaugurata l’Armani-Ginza Tower, un grattacielo di dodici piani con tutte le collezioni, progettato da Massimiliano Fuksas. L’anno successivo Armani diventa prima sponsor e, poi, proprietario della squadra di basket Olimpia Milano. Nel 2011 inaugura a Milano l’Armani Hotel Milano e nel giugno 2013 apre la nuova boutique in via Condotti a Roma. Nella sua carriera Armani è stato più volte sponsor ufficiale della nazionale italiana ai Giochi Olimpici ma, per un periodo, anche sponsor della nazionale inglese di calcio. Insomma, Armani è stato in grado di creare un vero e proprio impero che non ha mai voluto quotare in borsa e che, ora, finirà nelle mani della Fondazione da lui creata anni fa. “Ci sono mille modi per far soldi, la Borsa è uno. Io non voglio trovarmi di fronte alla porta di casa qualche manager thailandese con cui dover discutere. Da sempre sono solo, indipendente e felice di esserlo. Dipendo solo dalla mia creatività e da quella dei miei collaboratori”, aveva spiegato negli ultimi anni della sua vita.

Il 20 giugno 2025 viene annunciato che Giorgio Armani, che compirà 91 anni il prossimo 11 luglio, non parteciperà alle sfilate delle linee emporio previste in questi giorni di Milano fashion week in quanto si trova in convalescenza dopo essere stato ricoverato in ospedale a Milano. A salutare il pubblico al termine degli show sarà Leo Dell'Orco, responsabile dello stile delle linee maschili. Il signor Armani "è a casa e sta bene, ma preferisce recuperare le forze in vista dei prossimi appuntamenti parigini" hanno fatto sapere dalla maison. Si tratta della prima volta in 50 anni che il noto stilista sarà assente alla sfilata delle sue due linee.

Nonostante il recente ricovero - assicura la maison in una nota - "Il signor Armani ha lavorato con la consueta dedizione alle collezioni che verranno presentate. Pur non potendo essere presente fisicamente, seguirà con attenzione ogni fase dell'organizzazione".

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