da Milano
Giancarlo Mazzucca, direttore del Resto del Carlino e direttore editoriale del Gruppo Qn, candidato del Pdl alla Camera in Emilia Romagna.
«Sembra incredibile anche a me, ma è così».
Da giornalista libero di attaccare la Casta a membro attaccabile della Casta.
«Mi sono chiesto che cosa mi avrebbero consigliato i miei due maestri, Indro Montanelli e Giovanni Spadolini, che furono miei direttori, il primo al Giornale e alla Voce, il secondo al Resto del Carlino».
Montanelli non sarebbe stato daccordo.
«Mi avrebbe detto che un giornalista deve restare indipendente e combattere con larma che gli è più idonea, la penna».
Lei ha seguito la via di Spadolini.
«Sì, perché è troppo facile limitarsi a criticare e basta, senza fare niente. Dopo molti anni trascorsi a denunciare i privilegi della classe politica e la sua frattura con i cittadini, mi sono chiesto se non fosse il caso, di fronte allofferta di Silvio Berlusconi, di rimboccarmi le maniche in prima persona».
Non sarà che sè stufato di predicare e ha deciso di accaparrarseli pure lei, i privilegi?
«La verità è che nel cambio ci perdo: da direttore di tre quotidiani, di privilegi ne avrei molti di più».
La indicano fra i «fedelissimi» di Berlusconi, insieme con Michela Vittoria Brambilla, che è terza nella sua stessa lista.
«La candidatura è stato Berlusconi a offrirmela, certo. Quanto a Michela, come me rappresenta quei volti nuovi che mancavano alla classe politica, ed è una persona da tenere in forte considerazione».
Non teme di finire a schiacciare un bottone?
«No. Perché io non voglio andare in Parlamento a occuparmi di tutto. Mi do innanzitutto due obiettivi possibili».
Diciamoli.
«Intanto vorrei occuparmi della mia Emilia Romagna».
Zona rossa.
«Ci illudiamo che sia unoasi felice, ma non è più così. Le grandi famiglie imprenditoriali hanno rinunciato alla sfida, il turismo vive di rendita, ancorato a schemi degli anni Settanta, Bologna è la città più insicura dItalia e anche nel resto della regione il fenomeno della criminalità è diventato preoccupante. Il modello rosso non funziona più, va rinnovato».
E uno. Il secondo obiettivo?
«Spero di venire utilizzato per le mie competenze nel settore delleditoria e delle comunicazioni».
Vuol fare il ministro?
«Assolutamente no. Semplicemente credo che chi ha capacità debba responsabilizzarsi. E questo momento difficile è il momento giusto per farlo».
Così lascia tutto e ricomincia.
«Non so quanti alla mia età, 59 anni, sarebbero pronti a cambiare mestiere e rimettersi in gioco. Ma se non altro potrò dire di averci provato».
Non le mancherà il Carlino?
«La mia redazione mi manca già molto. E ho già nostalgia anche del mestiere di giornalista. Comprese le dodici ore di lavoro al giorno».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.