Sbaraccato Renato Soru (nella foto), la Sardegna esulta. A palazzo si respira unaria nuova: «Finalmente un po di normalità», sospira il dirigente Marco Pinna, allassessorato Enti locali. Il giudizio di Pinna fa capire che razza di clima avesse instaurato lObama di Sanluri: «Il terrore è finito. Ora possiamo parlare apertamente, senza timori di ritorsioni o provvedimenti disciplinari. Speriamo di lavorare tutti, senza più discriminazioni e paure». E ancora: «Ci eravamo dimenticati di normalità, educazione e correttezza. Per quattro anni abbiamo vissuto una situazione esasperante con la Regione divisa in due. Da una parte i dipendenti, considerati in massa fannulloni e incompetenti, e dallaltra i convenzionati assunti dallarrivo di Soru e piazzati in ogni posto che conta». I dipendenti regionali erano trattati come numeri: meri esecutori del volere del padre-padrone: «Tutti a eseguire gli ordini della giunta. Noi regionali uscivamo dallufficio con langoscia, il lavoro contagiava la vita privata». «La Regione torni a sorridere», recitava lo slogan del neogovernatore pdl Ugo Cappellacci. E in effetti oggi non si vedono più quei musi lunghi. «Speriamo solo di riprendere a lavorare bene, secondo le nostre competenze.
Noi siamo qui per concorso da otto anni, ma ci siamo ritrovati quasi disoccupati con larrivo dei convezionati», dicono in coro i dipendenti regionali, scalzati un po in tutti gli uffici dagli amici tiscalini del Bill Gates di Sanluri. Clamoroso il caso di Sardegna.it, società in house della Regione dove Soru ha piazzato circa 25 persone a lui vicine. Un esempio su tutti? Antonio Pascalis, web architet, consulente doro a quasi 10mila euro al mese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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