Roma - Le date che potrebbero decidere il futuro del governo sono tre: 16 o 17 giugno, 19 giugno e infine il 22, giorno fissato per la «verifica» chiesta dal capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Il primo test scatterà tra poco più di 48 ore. E c’è chi, nella maggioranza, la considera la vera cartina di tornasole, la prova tecnica che dirà molto, o tutto, sulla tenuta dei partiti di centrodestra dopo la deludente prova delle amministrative e la vittoria dei promotori dei referendum contro acqua, nucleare e legittimo impedimento.
Giovedì 16, più probabilmente di venerdì 17, l’aula di Montecitorio vota la fiducia sul decreto sviluppo. È di per sé un appuntamento tecnico, ma sarà quella l’arena in cui i segnali, espliciti o trasversali, saranno lanciati: se la maggioranza otterrà un consenso numerico solido, la verifica del 22 potrebbe trasformarsi addirittura in una semplice comunicazione del premier sulla linee guida dei prossimi mesi. Le opposizioni potrebbero addirittura non presentare documenti di bocciatura, evitando così di ripetere il flop della sfiducia mancata del 14 dicembre, l’ennesimo arrembaggio che finisce in una pozzanghera.
Ma ci sono due perplessità. La prima riguarda proprio il voto sul dl sviluppo. Ieri alla Camera la maggioranza è apparsa indebolita. L’esame finale sugli emendamenti nelle commissioni Finanze e Bilancio è slittato perché il centrodestra non aveva i numeri, in particolare è stata vista con sospetto l’assenza del «responsabile» Antonio Milo. Alla fine tutto si è concluso con un pareggio, altro rinvio. Qualche malumore nel gruppo dei Responsabili c’è, non è un mistero. Ma una cosa è un malessere, altro lo strappo vero e proprio, e questo potrà dirlo soltanto l’aula. Nonostante questo rischio, e l’auto-allontanamento della Libdem Daniela Melchiorre, nella maggioranza rimangono comunque fiduciosi sui numeri.
La seconda incognita è l’altra data cerchiata in rosso: 19 giugno. Questa volta ci si sposta al nord, Pontida. Sarà il giorno del grande discorso di Umberto Bossi al suo popolo. La verifica del 21 (Senato) e 22 (Camera) potrebbe essere condizionata dalla domenica della Lega. Né alla Camera né al Senato è previsto un voto di fiducia per la prossima settimana.
Saranno i gruppi a presentare, eventualmente, documenti da mettere al voto. A sfavore, se l’opposizione fiuterà un vento propizio, o di sostegno, dal centrodestra, se, come molti credono nella maggioranza, niente nei prossimi giorni potrà modificare la fiducia nel lavoro del governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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