«Adesso ballo per Amore dei bambini»

«Non vogliamo suscitare né pietà né buonismo, ma trasmettere tenerezza ed energia positiva»

Paolo Scotti

da Roma

Ne è passato di tempo, da quando chiedeva ai telespettatori quanti fagioli ci fossero nel vaso. Eppure fu proprio allora, con il Pronto, Raffaella? di circa vent’anni fa, che la showgirl più amata d’Italia cominciò a passare dai lustrini ai sentimenti. Dalle paillette alle emozioni. «Oggi non potrei più accontentarmi del classico show - considera la “Raffa” nazionale -, oggi non potrei fare tv senza partire dalla vita reale. Ed è partito proprio così il progetto di Amore (show «del ritorno» della Carrà, dopo due anni e mezzo di assenza, per dieci sabati su Raiuno a partire dal 25): dall’esperienza personale che la conduttrice vive da alcuni anni. «Oggi sono madrina di sette bambini che ho adottato a distanza tra il Guatemala e il Perù. Due di loro sono anche andata a conoscerli; un’esperienza che mi ha sbancato il cuore. Spingendomi a proporre alla Rai, che mi voleva per una riedizione di Milleluci, un esperimento completamente nuovo. Costruire uno show sul tema delle adozioni a distanza». Tema insidioso quanto delicato: facile immaginare i rischi di accuse di rinnovata tv del dolore e di dolciastro sentimentalismo; «Ma con Amore non susciterò né pietà, né buonismo. Semmai tenerezza. Il mio sogno è che il pubblico viva la stessa emozione e la stessa gioia che io, e come me milioni e milioni di italiani, provano ogni volta che pensano al bambino lontano di cui si stanno occupando».
L’impianto sarà quello del grande varietà: un’orchestra di 32 elementi, ospiti (come, nella prima puntata, Claudio Baglioni, Paulo Roberto Falcao, in studio ma anche in trasferta in Brasile, e Maria Grazia Cucinotta, inviata in India), balletti e canzoni («ai quali tornerò a dedicarmi io stessa, dopo qualche anno») e in ogni puntata un collage di piccole e grandi storie, di dolore ma anche di speranza. Ascoltate le quali, telefonando al numero 163200 il pubblico potrà da casa offrirsi, al costo mensile di 25 euro, come nuovo «genitore» a distanza. Una ventina di Onlus, selezionate dal Segretariato sociale Rai, provvederanno a selezionare e filtrare i rapporti fra questi «genitori» e i bambini lontani, per evitare qualsiasi rischio di sfruttamento. A tutela dei piccoli, inoltre, non saranno mai mostrate né foto, né filmati dei bambini di cui si parlerà in trasmissione, ma le troupe Rai inviate in India, Cambogia, Congo, Brasile, Kenia, Filippine e Marocco, riprenderanno solo immagini generiche, «nel più assoluto rispetto dei bambini».
«Noi crediamo molto ad Amore, perché è innovativo, senza tradire lo stile della Carrà, né quello di Raiuno», commenta il direttore Del Noce. «È certo un programma contro corrente - gli fa eco lei - perché in una Tv in cui domina l’aggressività dei reality show torna a proporre valori positivi. Amore, infatti, non susciterà tristezza: passerà, attraverso le sue storie anche dolorose, un’energia sempre positiva». I rischi, naturalmente, non mancheranno: «In Spagna avevo presentato un programma simile, ma per una sera soltanto. Qui si tratterà di andare avanti per dieci puntate. Anche per questo ho scelto la forma di adozione più elementare: quella che da persona arriva a persona, che attraverso i disegni e le letterine dei bambini, consente un rapporto diretto fra chi cerca aiuto e chi è disposto a darne».

Se l’epoca dei fagioli, ormai, è lontana almeno quanto quella dei lustrini, in Raffa non si è certo esaurita la voglia di mettersi in gioco: «Se non avessi avuto un progetto così nuovo e stimolante, non sarei tornata in Tv. Ho avuto una splendida carriera, non devo dimostrare più nulla, se mi rimetto in pista è per qualcosa che valga davvero».

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