Così è, d’altronde. Severa e sprezzante la direttrice di Vogue Usa è lo spauracchio di tutti e questo è uno dei motivi per cui, lì al Baretto, la gente si chiede chi sarà il prescelto per la colazione di lavoro. Tutti i big della moda italiana sono candidati e tutti morirebbero all’idea di esseresnobbati.
L’anno scorso per la Wintour venne addirittura stravolto il calendario della settimana di sfilate. L’anno prima anche. E quello precedente pure. Quindi aspetta lei e aspettano gli altri, continuando a chiedersi chi sia l’eletto. A un altro tavolo è seduto l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, poco più in là c’è l’eurodeputato Magdi Cristiano Allam. Il personale sa che la signora attende qualcuno. Sono solo pochi minuti. Eccolo, arriva. Entra sorridente e si dirige al tavolo: è Diego Della Valle.
Poi arriverà anche Andrew Bolton, curatore del Costume Institute del Met Museum di New York,l’uomo per cui la Wintour ha zittito la giornalista. Si può mangiare, adesso. Mentre qualcun altro, nel mondo della moda, rosica. La battuta arriva in fretta, da un tavolo vicino: «Il Diavolo vestiva Prada. Ora veste Tod’s».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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