Cronaca locale

Adesso il latino sale in cattedra ma in Mediateca

Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire, scriveva Calvino. E allora lasciamolo parlare nella sua lingua, chiosa il professor Franco Sanna, per anni docente al Beccaria di Milano e oggi impegnato nel difficile compito di conciliare nuove tecnologie e lingue «morte». A dimostrazione che non si tratta di un binomio impossibile, domani inaugura un ciclo di letture multimediali dedicate ai poeti latini. Lo spazio è quello della Mediateca di via Moscova 28: dalle 18.30 e per un'ora si presenta il «De Rerum Natura» di Lucrezio. Perché questa sia un'iniziativa fuori dagli schemi è presto detto: il professor Sanna leggerà in originale alcune parti del poema latino mentre alle sue spalle, in sincronia con la lettura, sarà proiettata su uno schermo la traduzione in italiano. «Non solo: segnaleremo le parole latine più significative e accosteremo i versi di Lucrezio a immagini evocative, tratte dall'astronomia e, perché no?, dall'arte contemporanea: i classici possono, anzi devono, dialogare con la modernità», spiega Sanna.
Il primo appuntamento è con la poesia di Lucrezio, che canta della natura, si scaglia contro la superstizione ed elogia Epicuro: «Ho selezionato dei brani significativi e per ultimo, perché è altamente suggestivo, lascerò il proemio, ovvero l'incipit di questo corposo poema». Dopo Lucrezio sarà la volta di Virgilio (il 2 maggio) e di Orazio (il 6 giugno) e a settembre si riprenderà con Tibullo, Ovidio e Marziale. Sempre poesia, sempre in latino. «La nostra proposta vuole differenziarsi dalle tante e valide iniziative di accostamento ai classici che stanno nascendo a Milano per la scelta di usare la lingua originale: troppo spesso si pensa al latino solo come a un testo morto sulla pagina scritta. In realtà i versi di queste poesie suscitano, fin dai loro suoni, emozioni che superano la cantilena della metrica di scolastica memoria», commenta il docente che oggi si occupa a tempo pieno per la Statale di Milano del laboratorio di Multimedialità e studi letterari.

Per mantenere in vita le lingue classiche sono utili le nuove tecnologie: questo spiega l'uso dei supporti multimediali e una sede, quella della Mediateca, pensata per non coinvolgere solo un pubblico di addetti ai lavori.

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