Chissà se allorizzonte ci saranno correttivi extra per far fronte al disavanzo sanitario. Rimane comunque in piedi la tesi che dopo limposizione del tetto a farmaceutica, ricoveri, esami specialistici e alla diagnostica per immagini arrivi unaltra stretta allofferta assistenziale. È infatti allo studio della giunta Marrazzo una metodica che limiti pure le prescrizioni sulle analisi del sangue. Le uniche che fino a oggi erano passate indenni dai programmi di razionalizzazione e riduzione del convenzionamento e che, quindi, rispettavano i tempi di attesa prestabiliti. Ma adesso in nome del piano di rientro del deficit sanitario dallassessorato alla Sanità verrebbe fuori un progetto ad hoc per cercare di risparmiare nuove risorse proprio sugli esami clinici.
Dopo aver abbattuto del 20 per cento le tariffe agli ambulatori convenzionati la Regione andrà a colpire i soggetti erogatori. Insomma se si spende troppo si deve recuperare. Analisi comprese. Ed ecco che così si andrebbero ad abbattere, secondo il progetto sui tagli alle analisi del sangue, i costi sulle prestazioni fino a un massimo di 32 milioni netti. Inoltre, per non incappare in prestazioni non appropriate, la ricetta regionale prevede «controlli sulla produzione» con altri risparmi previsti fino a 141 milioni di euro. Controlli che vede bene pure il segretario regionale della Fimmg (il sindacato dei medici di famiglia), Pier Luigi Bartoletti, che propone di «fornire lassistenza sanitaria in tutte le sue sfaccettature solo a chi ha bisogno. Così si riesce a riorganizzare un sistema e a razionalizzarlo, fornendo controlli appropriati sulle prescrizioni».
Proposte concrete e al contempo un po sibilline se si va invece a confrontarle con quelle istanze che sta portando avanti il sindacato autonomo della Fials Confsal che ritiene di affondare la presa criticando i tetti alle analisi perché «mettono uno stop a prevenzione e diagnosi precoce che costituiscono una risorsa fondamentale nellofferta sanitaria dei paesi evoluti». La preoccupazione per i tagli è dietro langolo. «Ci impensierisce che le associazioni dei cittadini non abbiano commentato la tesi dellassessore alla Sanità Augusto Battaglia sottolineando che - precisa il segretario regionale Gianni Romano - le prescrizioni dei medici di famiglia non sono fatte a cuor leggero ma per controllo e prevenzione di una qualsivoglia patologia. Non crediamo infatti che i cittadini affetti da una patologia si divertano a sottoporsi a prelievi di sangue due o tre volte lanno così come i loro medici non si divertono a scrivere ricette. È per questo che vorremmo sapere dal presidente Marrazzo in che modo si stabilirà che una ricetta è funzionale a diagnosticare una malattia».
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