Nel clima di guerra - per il momento solo a parole - tra Donald Trump e Kim Jong-Un, si inserisce anche la annosa vicenda delle spoglie di 120 militari americani dichiarati "missing in action'"durante la Guerra di Corea tra il 1950 e il 1953. Il regime nordcoreano ha contattato i familiari di questi militari nei mesi scorsi affermando di aver rinvenuto negli anni dei resti di soldati nei campi battaglia e dicendosi pronto ad inviarli negli Stati Uniti per essere identificati. Ma Pyongyang chiede al presidente Trump di riconoscere il valore umanitario di questo gesto.
Una richiesta che l'attuale amministrazione non sembra intenzionata ad accogliere, come del resto avevano fatto in passato quella di George Bush e Barack Obama. Eppure, proprio nel mezzo della tensione e delle minacce reciproche, i familiari dei caduti nei giorni scorsi sono tornati alla carica chiedendo a Trump di accettare le spoglie dei loro cari.
"La restituzione delle spoglie di questi soldati americani sarebbe un evento unico, non c'è nessun bisogno di un'interazione diretta tra Stati Uniti e Corea del Nord", ha dichiarato a Politico Rick Downes, presidente della Coalition of Families of Korean and Cold War Pow/MIA, che nella lettera inviata ad aprile a Trump ha allegato una fotografia di lui bambino, in braccio al padre tenente dell'aeronautica precipitato con il caccia nel gennaio del 1952.
Nella sua veste, Downes si è recato anche a Pyongyang per incontrare, lo scorso settembre, il vice ministro degli Esteri nordcoreano, accompagnato da Bill Richardson, l'ex ambasciatore all'Onu che in passato ha svolto attività di intermediario non ufficiale tra Washington e lo Stato asiatico.
La proposta prevedeva che il governo americano scrivesse una lettera che autorizzasse Richardson e il suo Center for Global Engagement a coordinare il trasferimento delle spoglie. Ma il dipartimento di Stato ha negato questa autorizzazione.
"Il governo americano considera questa una priorità e solleverà la questione subito se riassumeremo il dialogo con la Corea del Nord, ma al momento è importante prendere i passi necessari a riaprire questo dialogo", ha dichiarato a Politico una portavoce del dipartimento di Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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