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«Adesso sarà più facile trovare casa in affitto»

È una giornata storica, che segna l’approvazione di un provvedimento che attendevamo da tempo. E ora altri settori potranno seguire il nostro esempio». Così il presidente Corrado Sforza Fogliani saluta l’approvazione della cedolare secca che Confedilizia ha voluto e sostenuto fin dall’inizio.
Quindi è una vostra vittoria?
«È prima di tutto una svolta per tutto il sistema fiscale italiano, un esempio di flat tax come quella che nei Paesi usciti dalla dissoluzione dell’impero sovietico ha fatto esplodere l’economia, perché unisce la semplicità all’equità. Naturalmente, per l’edilizia ha un valore determinante».
Che risultati darà?
«È un’arma decisiva nella lotta contro l’evasione, perché favorisce l’emersione degli affitti in nero. E grazie a questo provvedimento, finalmente rinasce la locazione, con vantaggi per tutti: per i proprietari, che tornano a vedere la redditività del loro investimento, e per tutti i lavoratori e gli studenti che troveranno più facilmente soluzione alle esigenze di mobilità sul territorio».
Niente più case sfitte, dunque?
«Qui bisogna fare chiarezza. Noi stimiamo che esistano in Italia 700/800mila unità immobiliari non occupate, non per motivi speculativi, ma perché avrebbero bisogno di ristrutturazioni che fino a oggi non era conveniente fare. Ora, invece, l’approvazione della cedolare secca metterà in moto un vero e proprio piano di ristrutturazione, rendendo disponibili immobili prima inutilizzati».
Tutto perfetto, nessuna critica?
«A dire il vero, qualche sbavatura c’è. In particolare, l’introduzione della sospensione dell’aggiornamento Istat del canone, oltre a richiedere qualche complicazione burocratica in più, come la lettera di comunicazione da inviare all’inquilino, lascia qualche dubbio sulla durata. Una formulazione più semplice avrebbe avuto migliori effetti anche psicologici, e incentivato l’adozione della cedolare in una platea più vasta».


Giudizio finale?
«Certamente positivo. Tanto che sono convinto che questa via innovativa vada percorsa anche in altri settori, dove si potrebbe applicare lo stesso regime tributario, naturalmente con appropriate differenziazioni».

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